Cultura e Spettacolo
Intervisa a Valerio Varesi: "I sogni rivoluzionari son finiti il 14 Luglio 1948"
BOLOGNA, 8 APRILE 2013 - “Bisogna rimettere al centro la politica.” Valerio Varesi, giornalista presso La Repubblica e noto scrittore italiano, la chiama la “fiamma della speranza”, la speranza del ritorno di un'ideologia pura ormai contaminata, squarciata dal capitalismo. E' proprio quella fiamma, quello spiraglio che ideologie forti come il comunismo, ideologie che mettono al primo posto l'essere umano e non gli interessi economici possano non morire, il fulcro del suo nuovo libro “Il Rivoluzionario”.[MORE]
Un fuoco rosso comunista smuove gli animi dei protagonisti Oscar Montuschi, ex partigiano e sua moglie Italina, un fuoco che non muore, che nonostante lo scontro con il vento malato della realtà persiste, vive e viaggia, infiamma Milano, la Russia, l'Africa alla ricerca dell'ideologia pura del comunismo, quell'ideologia che metteva in primo posto l'uomo, quell'ideologia avente i valori di uguaglianza e giustizia per tutti, che non lasciava morire il più debole, bensì lo risollevava. Oscar e Italina fanno i conti con la morte del comunismo, con la morte di personaggi che hanno dato la vita per i valori che portavano in grembo, come Pasolini, Moro, eppure non si arrestano, continuano a cercarlo quel comunismo, provano a rimetterlo in piedi, ricrearlo, non mollano. Ma, come mi dice Varesi: “I sogni rivoluzionari son finiti il 14 Luglio 1948” giorno dell'attentato a Palmiro Togliatti.
Nonostante il pessimismo, lo sconforto che incombe nell'animo di Oscar quando prende consapevolezza della scomparsa del comunismo primordiale, lui e la moglie conservano orgogliosamente uno spiraglio di luce, alimentano una fiamma. Questo finale aperto alla speranza, vuole essere una specie di messaggio positivo per chi crede ancora in determinati ideali?
“In un certo senso sì, Oscar e Italina posso considerarli dei portatori di speranza. Loro sono certi, sempre e comunque, che la fiamma della speranza, l'ideale puro non muoia.”
Nel romanzo è evidente, chiara, la contaminazione dell'ideologia politica pura, quasi una contaminazione della natura umana stessa. Pensa sia questa la corrente dentro la quale si è persa oggi la politica ed insieme l'uomo politico?
“Sì, ormai non c'è più politica. Ci sono gli interessi economici al centro di tutto. L'Italia non fa altro che mettere tasse e sottrarre soldi ai poveri cittadini, continuando invece ad arricchire chi è già ricco. Non vedo idee per far fronte a questa frana. Questo è un mondo talmente liquido che non ha più speranze.”
A proposito di idee per far fronte a questa crisi, pensa che Grillo abbia quelle giuste?
“Grillo capta il malcontento, la frustrazione dell'italiano di oggi, ma no, non è la soluzione anzi temo il loro modo di fare, quella violenza verbale che utilizzano, quel loro millantare che tutti sono uguali e poi sbattere fuori chi è contrario alla “legge” dettata da Grillo. Sembrano fascisti. E' un movimento che si comporta come un partito, personalmente lo ritengo molto pericoloso.”
Un tumulto di emozioni, un viaggio nella politica di un tempo e nelle speranze ancora un po' nostre il romanzo "Il Rivoluzionario", sì, Varesi tiene a precisare che si tratta di "un romanzo, non di un saggio. Un romanzo poichè mescolo storia, personaggi politici reali con personaggi inventati come Oscar e Italina".
(immagine da festivalditorrechiara.it)
Rossella Assanti