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"Interstellar": Christopher Nolan e la forza cosmica del grande cinema

NAPOLI, 2 DICEMBRE 2014 - In un futuro imprecisato un drastico e repentino cambiamento climatico impoverisce l'agricoltura destinando il Pianeta Terra all'estinzione.

Un gruppo di scienziati, capeggiato dall'ingegnere ed ex pilota militare Cooper, intraprende un viaggio interstellare ed interdimensionale alla ricerca di una nuova Terra, e lo fa utilizzando un "whormhole", una sorta di scorciatoia spazio-temporale nei pressi di Saturno, attraverso la quale è possibile esplorare nuovi pianeti in un diverso sistema solare.

Più atteso di un'eclissi solare, più discusso dell'atterraggio di un meteorite, più desiderato di una stella cadente, Interstellar di Christopher Nolan è giunto nelle sale cinematografiche come una rockstar sicura della sua performance.

Per quanto Nolan provi a centellinare le informazioni sui suoi film prima dell'uscita, quest'ultimi non arrivano mai in sala senza portarsi dietro un presuntuoso sciame dorato di aspettative, bocche aperte, e polemiche.

Di presunzione, si sa, si può peccare, ma quando si è bravi fuori classe, si deve dare "a Nolan quel che è di Nolan" e perdonare.[MORE]

Interstellar è una pellicola sofisticata ed intelligente che usa la scienza come cunicolo spazio-temporale per sfociare nella fantascienza, una fantascienza cinematograficamente complessa ed appassionante, che inzia lì, dove le risposte dei più grandi scienziati non sono ancora arrivate.

Una tempesta emozionale ci avvolge in questo passaggio e ci svela che oltre alla lunghezza, alla larghezza, alla profondità e al tempo, anche una forza singolare, misteriosa, ed inspiegabile (seppur forse quantizzabile) come l'amore, si aggiunge all'incredibile "palcoscenico" senza fine dei fenomeni fisici dell'Universo dai cui siamo governati dall'inzio dei tempi.

Un concetto per alcuni forse "semplicistico" ma che nel film non scade mai nel banale sentimentalismo.

Interstellar, infatti, oltre ad intrecciare nella sua trama una forte componente scientifica e fantascientifica, possiede una filosofia intrinseca che prova a decifrare i codici delle due cose più indecifrabili dell'esistenza: l'Universo e l'animo umano; e poco importa se il prezzo da pagare per questo viaggio è quello di galleggiare alla deriva di un poetico dogma.

Quello di Nolan è un film che sfida il "non ci sono stati altri viaggi" del celebre 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick, e lo fa "rubando" e rielaborando alcuni dei suoi preziosi dettagli come il monolite parlante Tars dell'Endurance, concettualmente simile al super computer Hal 9000 della nave spaziale Discovery.

Non c'è solo tanta "filosofia Kubrickiana" in questo capolavoro cosmico, ma anche qualche paradosso temporale alla Terminator e un pizzico di citazionismo della "Lucasfantascienza" che avvolge l'universo di Star Wars.

Quando si parla di fantascienza, capita che l'ispirazione di molti registi inciampi in qualcosa che è già stato fatto e detto, ma la vera arte sta nel saper manovrare e rielaborare tale ispirazione a favore di una sceneggiatura ingegnosa ed originale, capace di suscitare poetici "richiami" e non bruschi attacchi di "già visto".

In quest'arte, Nolan, è unico nel suo genere, in Interstellar infatti è riuscito con un duro lavoro e un fisico teorico come consulente scientifico (Kip Thorne) a saldare la scienza in senso stretto con una buona dose di omaggiante libertà scientifica, dando così forma, colore e percezione a qualcosa che nessuno conosce e che tutti, da secoli, soltanto ipotizzano.

Dietro l'anima, il cuore e la cinepresa di un progetto grande come Interstellar ci sono le menti dei fratelli Nolan, Christopher e Jonathan, entrambi creatori dell' architettonica sceneggiatura e direttori esperti di un'orchestra d'attori non da poco.

Matthew McConaughey nel vestire i panni del pilota coraggioso nonchè padre amorevole Cooper, ha segnato ancor più chiaramente il suo percorso verso il grande cinema impegnato, dimostrando di sapersi sporcare le mani non solo con l'argilla del Walk of Fame ma anche con personaggi dalle personalità più complesse e disparate, come il Ron Woodroof di Dallas Buyer Club, il Mark Hanna di The Wolf Of Wall Street e il "Rust" della serie Tv True Detective.

Magistrale anche l'interpretazione di Michael Caine e dell'intensa Jessica Chastain, brava ma senza brillare troppo di luce propria, invece, l'attrice premio Oscar Anne Hathaway.

Ingrediente essenziale per un concentrato di SCI-FI così all'avanguardia è ovviamente anche la cura degli effetti speciali, che eguagliano e forse superano l'eccellente lavoro già svolto da Alfonso Cuaròn in Gravity.

Il fiato resta sospeso, sia ad inizio missione che durante, ogni imprevisto è un sussulto, ogni atterraggio su un pianeta una scoperta, ogni panorama spaziale una poesia, e se nel film si riesce a "sentire" così tanto è anche grazie allo zampino del grande compositore di colonne sonore Hans Zimmer.

Dopo Memento ed Inception, Christopher Nolan torna a giocare con il tempo, che in Interstellar, appare attorcigliato come la scalinata di Escher: dapprima si accavalla, poi si espande, s'intreccia e infine diventa una romantica pentadimensione a sè stante in cui presente, passato e futuro si mescolano e diventano un tutt'uno.

Tale complessità non confonde ma sconvolge e coinvolge lo spettatore, che più vede scorrere le immagini sul grande schermo più capisce, intuisce, immagina, e spesse volte sogna, in preda all'unica forza cosmica presente in sala: quella del grande cinema.

Titolo originale: Interstellar
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito
Anno: 2014
Durata: 169 min
Genere: fantascienza, avventura, drammatico
Regia: Christopher Nolan
Soggetto: Kip Thorne
Sceneggiatura: Christopher Nolan, Jonathan Nolan
Produttore: Christopher Nolan, Emma Thomas, Lynda Obst
Produttore esecutivo: Jordan Goldberg, Jake Myers, Kip Thorne
Distribuzione (Italia): Warner Bros.
Effetti speciali: Michael Clarke, Neil Garland, Robert L. Slater
Musiche: Hans Zimmer
Interpreti: Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Michael Caine

 

Marcella Cerciello [cinemarcy blog]