Politica
Interrogazione parlamentare per salvare la Banca di Credito Cooperativo di Cosenza
ROMA, 25 GENNAIO 2012 - L'onorevole Franco Laratta (PD) chiede al Governo di salvare la Banca di Credito Cooperativo di Cosenza, Laratta sostiene che: "è indispensabile che l’Istituto continui ad operare nell’economia locale, per le piccole imprese e per le famiglie, come ha fatto per un secolo. Bisogna garantire anche i dipendenti. La Banca di Cosenza, che è la terza BCC calabrese, in termini di dimensioni e volumi, è anche la più antica in assoluto di tutte le Bcc calabresi e tra le più antiche di tutta Italia".
Interrogazione urgente
Al Ministro del Lavoro
Al Ministro dell’Economia
Al Ministro dello Sviluppo Economico
Da on F. Laratta, C. Marini, N. Oliverio [MORE]
La BANCA DI COSENZA - CREDITO COOPERATIVO - nata nel 2006 dalla fusione tra la BCC PreSila - Scigliano (già ex BCC Pietrafitta ed ex BCC Scigliano) e BCC di Dipignano. Anno di Costituzione della BCC di Dipignano 1906; BCC di Pietrafitta 1907, è sottoposta alla procedura di Amministrazione Straordinaria, con il D.M. n° 353 del 6 maggio 2010 sottoscrittto dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, esclusivamente per gravi irregolarità dell’Organo Amministrativo e di Controllo. Personale Dipendente: n° 63 unità, età media del personale 40 anni.
Territorio di Competenza della Bcc: Altilia, Aprigliano, Belmonte Calabro, Belsito, Bianchi, Carolei, Carpanzano, Casole Bruzio, Castrolibero, Cellara, Cerisano, Colosimi, Cosenza,Dipignano, Domanico, Fiumefreddo Bruzio, Lago, Longobardi, Mangone, Marzi, Mendicino, Motta Santa Lucia (prov. CZ), Parenti, Paterno Calabro, Pedace, Pedivigliano, Piane Crati, Pietrafitta, Rende, Rogliano, Rovito, Santo Stefano di Rogliano, Scigliano, Serra Pedace, Taverna di Catanzaro, Trenta, Zumpano
Attività Commissariale: •Concentrazione dell’attività sul comparto crediti: massiccia“pulizia” del credito, appostazione di posizioni a sofferenze che, da un volume complessivo di 16 milioni di euro (ante Commissari) sono passate a 25 milioni di euro. •Nel contempo, tuttavia, sono stati effettuati accantonamenti per sofferenze, pari all’83%, circostanza, questa, che ha contribuito al sostanziale indebolimento del Patrimonio aziendale; •Ciò ha generato necessità di capitale di circa 15 - 20 milioni di euro; Sono state percorse tutte le strade (a detta dei Commissari) per l’individuazione di soluzioni tecniche atte a “rimettere in bonis la banca”; ma, già dall’estate 2011, si sta operando per traghettare la banca verso l’acquisizione da parte di due altre Banche, come più avanti si specifica in dettaglio.
IL FONDO DI GARANZIA, costituito e alimentato con risorse provenienti dal Conto Economico di fondi provenienti da TUTTE le Bcc italiane, il 6 settembre 2011 ha deliberato la NON CONCESSIONE dell’intervento a Banca di Cosenza. Va detto, tuttavia, che la Calabria - fino a circa 10 anni addietro - contava ben 35 Bcc autonome operanti sul territorio; ciascuna di queste, per statuto e per regolamento organizzativo del Credito Cooperativo nazionale, ha contribuito per lunghissimi anni ad alimentare il Fondo di cui sopra, senza MAI beneficiarne. Ovviamente, le attuali 16 Bcc calabresi, compresa la Banca di Cosenza, continuano indiscutibilmente ad alimentare il Fondo di che trattasi.
In definitiva: Il Fondo ha lasciato credere, per lunghi mesi di amministrazione commissariale, che sarebbe intervenuto in sostegno della Banca di Cosenza; poi ha preso silenziosamente le distanze. Inoltre, lo stesso Fondo, dimostra di voler assistere passivamente all’acquisizione di Banca di Cosenza da parte di: Banca Sviluppo - banca di espressione del Credito Cooperativo con Sede Centrale a Roma e Filiali sparse per tutto il territorio nazionale; Bcc Centro Calabria - banca operante nel lametino, con sede legale in Cropani e Lamezia; trattasi di Bcc con analoghe dimensioni della Bcc di Cosenza, sia in termini di volumi, sia in termini di dipendenti in organico. L’operazione di acquisizione si concretizzerà a costi irrisori e determinerà la liquidazione di n° 2500 Soci, con contestuale perdita del denaro investito nel capitale sociale.
La questione ancora più grave, dal punto di vista dell’impatto occupazionale, è che la proposta di acquisizione da parte dei due citati Istituti di Credito prevederà licenziamenti per non meno di 17 unità (salvo ulteriori inasprimenti nella trattativa negoziale che potrebbero determinare il licenziamenti di tutti i dipendenti operanti nel Centro Direzionale (ossia, 31 unità), atteso che l’acquisizione sarà concretizzata sotto forma di acquisto di rami di azienda (soltanto le 8 filiali e i 32 dipendenti che in esse operano).
Tutto ciò premesso: si intende sapere se il Governo è a conoscenza di quanto esposto; cosa intende fare, per quanto di competenza, perché: il Fondo di Garanzia cambi il proprio orientamento, individuando soluzioni che consentano di mantenere una pur mitigata autonomia amministrativa e, di conseguenza, non venga snaturato il legame ultra-centenario della banca con il proprio Territorio di competenza; La Banca di Cosenza, che è la terza BCC calabrese, in termini di dimensioni e volumi, la più antica in assoluto di tutte le Bcc calabresi e tra le più antiche di tutta Italia, rimanga un vero punto di riferimento per la realtà economica locale, per tantissime famiglie e piccoli operatori economici; Siano scongiurati i licenziamenti del Personale Dipendente, anche soltanto di poche unità. Appare superfluo, infatti, precisare che trattasi di giovani risorse, validissime ed estremamente dedite al proprio dovere, che si troverebbero praticamente impossibilitate a ricollocarsi nel mondo del lavoro, sia per il noto e conclamato periodo di difficilissima congiuntura economica, sia perché viviamo in una terra martoriata e mortificata ove già la ricerca della prima occupazione è una chimera.