Economia

Inps, il 42,5% dei pensionati non arriva a 707 euro lordi al mese. Boeri: bozza riforma pensioni

ROMA, 08 LUGLIO 2015 – Dal Rapporto annuale dell'Inps, presentato in mattinata, emerge che in Italia il reddito pensionistico medio ammonta al 31 dicembre 2013 a 1.323 euro lordi mensili; in particolare, il 42,5% dei pensionati (oltre 6,6 milioni) non arriva a 700 euro lordi al mese, mentre il 12,1% è al di sotto della soglia dei 500 euro. Nella morsa della crisi economica, da sei anni a questa parte, la quota dei nuovi poveri è passata dal 18% al 25%; maggiormente penalizzata è la fascia di età compresa fra i 50 e i 59 anni.[MORE]

Presentando alla Camera il rapporto annuale dell’istituto di previdenza sociale, alla presenza del ministro del Welfare Giuliano Poletti, il presidente dell'Inps Tito Boeri ha proposto una bozza di riforma delle pensioni, che ruota intorno a cinque punti fondamentali: flessibilità sostenibile, una rete di protezione sociale per gli over 55, l'unificazione dei pagamenti pensionistici, l'armonizzazione dei trattamenti previdenziali e nuove opportunità di versamento dei contributi.

Come riportato da Reuters Italia, «Chi va in pensione prima - ha spiegato Boeri - deve spalmare questa cifra [il montante contributivo accumulato] su molti più mesi di chi va in pensione più tardi. A parità di montante, ogni anno in meno comporta una riduzione di questi pagamenti mensili, tenendo conto della demografia e dell'andamento della demografia».

Fra le novità della riforma, la rete di protezione sociale dai 55 anni in su, rappresenta per Boeri un primo passo «verso l'introduzione di quella rete di base, di quel reddito minimo garantito che oggi manca nel nostro Paese».

L’esecutivo ha accolto con favore tali ipotesi di riforma, che offrono «le condizioni per prendere una buona decisione» nell’ambito di riferimento, ha commentato il ministro del Lavoro Poletti. Si tratta di «un contributo indiscutibilmente utile - ha precisato il ministro - che verrà utilizzato dal Governo per la definizione delle proprie proposte in materia insieme alle proposte che sono già oggi presenti in Parlamento, a quelle che sono avanzate dalle parti sociali e a quelle che sta elaborando il ministero all’interno dei propri uffici».

Domenico Carelli

(Foto: repubblica.it)