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Inno di Mameli: il Senato approva la legge che lo ufficializza. Era provvisorio dal 1946
ROMA, 16 NOVEMBRE - Dopo 71 anni di provvisorietà “Il canto degli Italiani”, più comunemente conosciuto come l’Inno di Mameli, diventa ufficialmente l’inno della Repubblica Italiana. Dopo svariati tentativi nelle precedenti legislature, il Senato ha approvato la legge che rende ufficiale quell’inno che il Consiglio dei ministri del 12 ottobre 1946 adottò provvisoriamente e che poi nessuna legge seguente aveva reso definitivo. “Abbiamo l’Inno”, ha commentato Salvatore Torrisi, presidente della Commissione. “La Repubblica - afferma la nuova legge - riconosce il testo del ‘Canto degli italiani’ di Goffredo Mameli e lo spartito musicale originale di Michele Novaro quale proprio inno nazionale”. Vale a dire che tutte e sei le strofe del testo di Mameli costituiscono l’Inno e non solo le prime due, che tutti conoscono per motivi calcistici. [MORE]
“Su proposta del Ministro della Guerra - si legge nel verbale di quel lontano Consiglio dei ministri presieduto da Alcide De Gasperi - si è stabilito che il giuramento delle Forze Armate alla Repubblica e al suo Capo si effettui il 4 novembre p.v. e che, provvisoriamente, si adotti come inno nazionale l’Inno di Mameli". Poi nella legislatura 2001-2005 due proposte di legge - una ordinaria e una costituzionale - che però non vengono approvate. Lo stesso avviene nelle due successive legislature (2006-2008 e 2008-2013). Curiosamente però una legge del 2012, nata per promuovere il senso di cittadinanza tra gli studenti, prevede che l’Inno di Mameli venga insegnato nelle scuole. Poco tempo fa la Commissione Affari costituzionali della Camera ha poi approvato in sede deliberante la legge attesa da anni (di iniziativa di alcuni deputati del Pd), imitata dalla Commissione Affari costituzionali del Senato, che in due settimane ha dato il sì defintivo.
Ma l’Inno di Mameli non ha avuto vita facile. Ha dovuto affrontare in passato la concorrenza di “Va pensiero”, il coro dal Nabucco di Giuseppe Verdi, che la Lega propose come Inno alternativo, anche perché il Va Pensiero non parla di Roma, come invece fa “Fratelli d’Italia”. E proprio la Lega è stata assente sia al momento dell’approvazione della legge alla Camera che oggi al Senato, anche se Roberto Calderoli assicura che non sia stata una scelta politica, ma una semplice coincidenza di impegni dei senatori in più Commissioni.
Claudio Canzone
Fonte foto: it.fotolia.com