Cronaca

Ingresso ad Amelia di mons. Piemontese, "Una terra ricca di tradizioni da riscoprire"

AMELIA (TR), 30 GIUGNO 2014 - La città di Amelia ha riservato un’accoglienza calorosa al nuovo vescovo padre Giuseppe Piemontese che ha fatto il suo ingresso nella terza città della diocesi nel pomeriggio di sabato 28 giugno. Ad accogliere il vescovo a porta Romana dove è giunto su un’auto d’epoca, il parroco mons. Sandro Bigi, i rappresentanti dell’ente Palio dei Colombi, Contrade e tanti cittadini. Davanti alla sede municipale, il vescovo ha ricevutonil saluto del sindaco di Amelia Riccardo Maraga in rappresentanza dei sindaci dell’amerino e delle altre istituzioni civili e militari. “Dopo 107 anni un nuovo vescovo francescano torna ad Amelia” ha ricordato Maraga, che presentando la comunità cittadina l’ha definita “dal sentimento religioso diffuso e radicato. La gran parte delle manifestazioni pubbliche hanno una matrice religiosa che si fonde con la tradizione e il folklore”.

Il sindaco ha quindi ricordato i tanti progetti che vedono insieme amministrazione e chiesa locale: “in un costante dialogo con la chiesa dato che l’area di comune interesse oggi si va ampliando e si cerca di metter insieme le forze per lottare contro povertà ed esclusione. Tanti i progetti come la gestione dell’emergenza nord africa, la bottega delle donne tessitrici e li progetti di cooperazione internazionale e per lo sviluppo. Sono stati superati steccati e barriere ideologiche ed associazioni di matrice profondamente diversa ma che operano per il bene comune hanno costituito una rete che opera nella solidarietà e tiene insieme le fila di una comunità coesa ed inclusiva. La chiesa di Amelia ha saputo mantenere un elevato profilo pastorale e di aiuto del prossimo, valori che sono a fondamento dell’umanità” ha concluso il sindaco Maraga.

Il vescovo Piemontese ha espresso la sua gioia e per l’accoglienza ricevuta e ha sottolineato come sia importante il rispetto tra la chiesa e le istituzioni e la collaborazione per il bene di tutti: “abbiamo in comune una realtà che è la stessa, ossia le persone con le loro esigenze, con la complessità delle vita di oggi, con le loro relazioni che siamo chiamati a coordinare perchè si svolgano nella serenità e concordia – ha detto il vescovo. Sono contento che ci sia comprensione, sinergia e collaborazione tra le autorità civili e la chiesa e mi auguro che possa crescere sempre di più nel rispetto reciproco e per il bene della gente. La ricchezza di tradizioni civili e religiose hanno plasmato questa comunità, con la spiritualità benedettina, agostiniana e francescana”. Facendo quindi riferimento al motto dello statuto comunale “la concordia riunirà il popolo di Amelia” padre Piemontese ha augurato a tutti che la concordia ci possa sempre trovare dalle istituzioni civili a quelle ecclesiali per vivere nella serenità e nella pace” E’ seguito l’omaggio del complesso bandistico Città di Amelia, dell’Armata Medioevale e degli Sbandieratori di Amelia.

Nella Cattedrale di Amelia il vescovo Piemontese ha presieduto la celebrazione con i canonici della Cattedrale, dei sacerdoti della vicaria di Amelia e della Valle Teverina, e animata dalla corale composta dai vari gruppi di cantori provenienti dalle parrocchie dell’amerino con la direzione del maestro Gabriele Catalucci. [MORE]

“È un momento bellissimo quello che stiamo vivendo in questa meravigliosa cattedrale – ha detto il vescovo - e vogliamo insieme ringraziare il Signore per averci convocati nella santa chiesa in questo momento particolare nella storia della nostra diocesi, riuniti in tanti ciascuno con le proprie esperienze, problemi, desideri invocazioni. Stiamo vivendo questa esperienza nel giorno della festa dei santi Pietro e Paolo due colonne della chiesa, due grandi apostoli che con la loro predicazione e testimonianza hanno portato in ogni parte del mondo il Vangelo”.
“Molti hanno tante aspettative in un vescovo – ha quindi aggiunto -, che un segno sacramentale che rappresenta il Signore, ma che è un uomo come gli altri, peccatore e bisognoso della misericordia del Signore. La nostra diocesi ha bisogno di rialzarsi, ha bisogno di sentire la vicinanza di Gesù per camminare, gioire nella preghiera e uscire per annunciarlo.

Il Signore mi ha chiamato dall’estremità dell’Italia, per continuare la conversione insieme alla comunità di Terni Narni Amelia. Ho una grandissima gioia, perché mi era stato detto che ad Amelia avrei avuto un’accoglienza calorosa e in effetti è di più di quello che mi aspettavo. Dobbiamo fare questo cammino insieme non partendo da zero, perché voi avete una storia gloriosa di santità e di civiltà che dobbiamo riscoprire e riproporre alle nuove generazioni. Anche se il territorio è piccolo e tende a spopolarsi non dobbiamo arrenderci, ma fare ciascuno la propria parte, dalle istituzioni civili alla chiesa diocesana. La tradizione cristiana di questa chiesa risale ai primi secoli del Cristianesimo: santa Firmina, sant’Imerio, la beata Lucia Bufalari, il primo vescovo Stefano, e ancora Francesco Maria Berti francescano. Sono stati pastori che hanno percorso il cammino insieme alla gente e che hanno sostenuto il tessuto cristiano di questa comunità. E come non ricordare la presenza di san Massimiliano Kolbe ad Amelia che molto ha scritto di questo. E il seminario diocesano che ha ospitato dei seminaristi francescani alcuni dei quali sono diventai evangelizzatori importanti nella storia della chiesa e dell’ordine francescano. Questi santi antichi e nuovi costituiscono l’ossatura spirituale della nostra chiesa e non possiamo dimenticarli. Essi ci aiutano ad affrontare le situazioni di oggi, mentre noi gioiamo perché la nostra storia è ricca dobbiamo rimboccarci le maniche perché la storia che costruiamo sia altrettanto ricca e degna. E’ necessario che oggi siano sviluppati tanti altri nuovi carismi, altre forme di spiritualità possono sorgere. Mi auguro che tutti possiamo camminare insieme e ai sacerdoti di questo territorio vorrei raccomandare soprattutto l’unità e la comunione, di dedicarsi ad una conversione pastorale, stare insieme alla gente interpretando i segni dei tempi e la volontà di Dio per dare nuovaforza a questa chiesa in questo millennio”.

(notizia segnalata da Elisabetta Lomoro - Ufficio Stampa e Comunicazioni sociali Diocesi Terni Narni Amelia)