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Infooggi GrooveOn intervista Roberta Gulisano durante il tour di Piena Di(s)grazia
MILANO, 23 APRILE 2016 - Nel pieno del suo tour, che la sta portando ad esibirsi da nord a sud, Infooggi GrooveOn ha intervistato Roberta Gulisano. La cantautrice siciliana ha all'attivo un disco dal titolo "Piena Di(s)grazia" , uscito per Private Stanze sotto la produzione artistica di Cesare Basile.
Roberta sei uscita a fine Gennaio con "Piena Di(s)grazia), il tuo nuovo album. Momentaneamente sei impegnata in questo tour che ti vede protagonista in diverse città ed in diversi palchi. Come è andata fino ad oggi e come è stata la reazione del pubblico al tuo live ?
Abbiamo avuto la fortuna, in questa prima sessione di date, di vivere il concerto dal teatro, al locale, all'house-concert, realtà diverse che regalano sia al pubblico che a noi musicisti emozioni differenti. Al di qua della "quarta parete" quello che si percepisce è una iniziale diffidenza che si tramuta in appassionata condivisione prima e in commosso stupore poi. Il live di Piena di(s)grazia è un concept di emozioni viscerali che crescono nei 70 minuti del concerto. Alla fine molti ci ringranziano, qualcuno ha gli occhi umidi, diversi acquistano il disco. Direi che stiamo facendo un buon lavoro! [MORE]
Ti hanno definito la "bad girl" di Enna, ti ci ritrovi in questa descrizione?
Beh, sì. Per il mio aspetto, sono sempre apparsa come quella che si definisce per antonomasia "una brava ragazza". In realtà dentro la brava ragazza c'è sempre stato un mondo di irrequietezza pulsante, di instancabile voglia di sapere e ribaltare gli aspetti e le aspettative delle cose e le persone che mi stavano intorno, di cercare domande da porre (spesso scomode) per avere risposte che mi facessero pensare con la mia testa. La mia educazione è stata rigida, ma il "libero arbitrio" é stato il valore cardine che mi è stato insegnato. E chi esercita il libero arbitrio è spesso etichettato come "bad". Sono felice di stare fra questi cattivi ragazzi.
Piena Di(s)grazia è un album composto da 9 preghiere anarchiche. Da dove derivano e come è stato affrontato il processo creativo?
Le preghiere di questo album vengono da processi di vita interiore ineluttabili, dalla reazione "chimica" fra una grandissima gioia e un grandissimo dolore, che hanno tirato fuori rabbia e amore, forza, bisogno di prendere una posizione, di parlare del potere del non-potere. E' un disco meno prolisso e più viscerale del primo, anche nel gesto compositivo, sia per quanto riguarda le parole che le musiche. La prima stesura è stata limata con l'aiuto della sensibile percussionista e autrice Francesca Incudine, amica di una vita.
Decisivo è stato l'incontro con Cesare Basile, produttore artistico di questo album. Come è stato lavorare con lui ?
Lavorare con Basile è stata una scoperta continua, nonché un regalo inaspettato per me, per la grande stima che nutro da sempre per i suoi lavori. Lavorare con lui a Zen Arcade è stato come andare dal mastro a bottega, da cui apprendi il mestiere e i suoi trucchi, vedendoli applicare giorno per giorno.
Al momento si discute sul ruolo delle donne nella musica italiana. Hai mai subito discriminazioni in questo ambiente?
Parlare di discriminazione mi sembra - passatemi il termine - "boldriniano"! Il fatto è che il mondo della musica "leggera" (passatemi pure la distinzione in modalità Siae), è un mondo poco frequentato dalle donne (a differenza della musica classica e del jazz ad esempio). Mio padre, quando iniziai a 16 anni a suonare in un gruppetto rock, mi intimò immediatamente di smettere, perchè era un mondo "pieno di maschi, drogati": mi pare indicativo del modo in cui molte di noi ( oggi più che trentenni) sono state allontanate culturalmente dal mondo della musica amatoriale (leggera-rock- etc.. ) e proiettate verso la più "sana" pallavolo. Io odiavo la pallavolo e gli ambienti dove le donne fanno comunella fra loro non mi sono mai piaciuti troppo.
All''inizio ho dovuto affrontare il luogo comune "cantante carina = donnina senza preparazione né cervello che non sa neanche attaccarsi il microfono", ma io ho sempre montato e smontato attrezzature, cavi, microfoni, mixer, fin dal primo concerto. Quindi, il luogo comune è sparito subito fra i colleghi che hanno lavorato con me. Quando ho iniziato a proporre concerti miei, stessa "lotta" contro il luogo comune. Ecco: quello che dà fastidio davvero è il luogo comune da sfatare ora e sempre. Recitiamo insieme: QUANDO UNA FEMMINA VI DICE CHE FA LA CANTANTE NON VUOL DIRE CHE CANTA AL KARAOKE LE CANZONI DI LAURA PAUSINI!
In sintesi, per me la soluzione al problema è: mettete in mano chitarre, clarinetti, tamburi, pianoforti, contrabassi alle vostre figlie al posto di farle sudare a pallavolo! Domani ci saranno ragazze e ragazzi che suoneranno parimenti nello stesso gruppetto rock (magari faranno una coverband dei Negramaro, ma va bene!)
Dove ti possono ascoltare i nostri lettori ?
I lettori possono ascoltare "Piena di(s)grazia" su Bandcamp, dove possono acquistare anche il disco, su Spotify, sul mio canale Youtube e seguire l'aggiornamento delle date dei concerti sulla mia pagina facebook (https://www.facebook.com/RobertaLaGuli).
(in foto Roberta Gulisano in concerto alle Officine Sonore di Lamezia Terme)
Salvatore Saso Signoretti