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Inferno in Egitto, 525 morti dichiarati. Fratelli Musulmani "La nostra Tienanmen"

IL CAIRO, 15 AGOSTO 2013 - news ore 17.00 Il bilancio ufficiale fornito dal governo ad interim sale, in tutto l’Egitto, a 525 morti, oltre 40 dei quali sarebbero poliziotti. I Fratelli musulmani continuano invece a riportare cifre molto più alte, parlano di 4.500 morti. Su Twitter il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad, ribattezza Rabaa, la piazza dei pro-Morsi, la "nostra Tienanmen". La piazza, simbolo ormai della rivolta, appare come un campo di battaglia abbandonato, in cui fumo e distruzione la fanno da padrone. 

Nuove barricate sono state erette a Ebeid Street, davanti la moschea di al Iman al Cairo, non molto distante da piazza Rabaa, da circa 3000 Fratelli Musulmani. Lo riferiscono fonti sul posto. Altri dimostranti pro-Morsi si starebbero radunando poi ad Alessandria d'Egitto.

ore 10.44 Il Ministero della Salute egiziano rende noto che il bilancio delle vittime è salito a 327, mentre 2.926 sono i feriti. 

ore 9.28 L'Egitto continua a vivere l'inferno iniziato ieri con lo sgombero dei presidi di sostenitori del deposto presidente egiziano, Mohamed Morsi, da parte delle forze di sicurezza. Lacrimogeni, bombe a mano, e cecchini che sparavano dalle finestre sulla folla, mentre i manifestanti rispondevano liberandosi allo sgombero. Così l'azione violenta si è spostata in tutti i centri dove erano attivi raduni dei sostenitori di Morsi, e via via dal Cairo anche ad Alessandria.

Ora il bilancio dei morti ufficiale è salito a 278, ma è destinato a cambiare nelle ore, come un vero e proprio bollettino di guerra. Hanno perso la vita negli scontri anche 43 poliziotti, un cameraman inglese, una giornalista egiziana e due figlie di due leader del partito di Morsi. Il bilancio è stato reso noto dal Ministero egiziano della Sanità nella persona del ministro Mohamed Fathallah, il quale ha spiegato che i morti sono per lo più civili, e che al Cairo 61 sono morti in piazza Rabaa al-Adawiya e 21 in piazza Al-Nadha.

Il portavoce dei Fratelli Musulmani Gehad El-Haddad, invece, su twitter scrive: "Oltre 4.500 morti il bilancio, la conta prosegue e anche l'identificazione in tre moschee, tre ospedali e 2 obitori", ma non è possibile verificare indipendemente la notizia. Assaltate e bruciate anche 22 chiese cristiane.

Ora il governo ha dichiarato lo stato di emergenza per un mese e il coprifuoco nelle città principali dalle 19 alle 6. Il vice presidente ad interim della Repubblica egiziana, Mohammad ElBaradei, si è dimesso dicendo "Presento le dimissioni dalla carica di vicepresidente e chiedo a Dio l'altissimo che preservi il nostro caro Egitto da tutto il male, e che soddisfi le speranze e le aspirazioni del popolo".

Durissima la reazione degli Stati Uniti sull'accaduto. Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha affermato che le violenze sono un "grave colpo" agli sforzi di riconciliazione. La Farnesina ha invece consigliato di evitare viaggi "con destinazioni diverse dai resort situati nelle località turistiche del Mar Rosso" anche se, aggiunge, "in ragione del continuo evolvere degli eventi non sono da escludere azioni dimostrative legate alla situazione di generale instabilità del Paese".

(Foto dal sito dicearco.it)

Katia Portovenero[MORE]