Infermiera di una RSA accusata di omicidio: si indaga su altri decessi sospetti
Cronaca Emilia Romagna Modena

Infermiera di una RSA accusata di omicidio: si indaga su altri decessi sospetti

venerdì 13 dicembre, 2024

Un’infermiera 49enne di una residenza sanitaria assistenziale (RSA) nella provincia di Modena è sotto indagine per omicidio volontario pluriaggravato. Secondo le accuse, la donna avrebbe provocato la morte di una degente 62enne affetta da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), immettendo aria nel catetere venoso centrale (midline) con una siringa vuota. L’episodio risale al 31 maggio scorso, ma gli inquirenti sospettano che potrebbe non essere un caso isolato.

L’episodio del 31 maggio

La vicenda ha avuto inizio quando il personale della RSA ha notato l’infermiera mentre eseguiva l’operazione sospetta sul midline collegato al braccio della paziente, che era in regime di sedazione profonda con cure palliative. La denuncia del responsabile della struttura ha portato all’apertura di un’indagine, culminata con una misura cautelare di interdizione dall’esercizio professionale per otto mesi. La 49enne, convocata dal giudice per le indagini preliminari (GIP), si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

Accuse e indagini in corso

Oltre all’accusa di omicidio volontario pluriaggravato, le contestazioni comprendono falsità materiale e ideologica continuata in atti pubblici e l’esercizio abusivo della professione medica. Secondo le indagini, l’infermiera avrebbe alterato cartelle cliniche e modificato prescrizioni farmacologiche utilizzando le credenziali informatiche di un medico. Questo comportamento sarebbe emerso non solo nella struttura coinvolta nell’omicidio, ma anche in altre RSA dove la donna ha prestato servizio durante il periodo del Covid (2020-2021).

Gli investigatori, coordinati dalla procura di Modena e supportati dai carabinieri del NAS di Parma, stanno esaminando i decessi avvenuti in queste strutture. L’ipotesi è che la donna possa essere collegata ad altre morti sospette.

Le domande ancora aperte

Molti aspetti rimangono da chiarire: come l’indagata sia entrata in possesso delle credenziali del medico, quali siano state le motivazioni dietro le presunte alterazioni delle cartelle cliniche e se vi siano stati altri decessi causati dalle sue azioni. La procura ha diffuso una nota sottolineando che sono in corso approfondimenti investigativi su altri casi sospetti avvenuti nelle strutture dove l’infermiera ha lavorato.

Conclusioni provvisorie

La vicenda ha sollevato forti interrogativi sulla sicurezza e sull’affidabilità delle procedure interne nelle RSA. Se confermate, le accuse getterebbero un’ombra inquietante sul ruolo dell’indagata all’interno delle strutture sanitarie. Nel frattempo, l’infermiera resta sospesa dall’esercizio professionale e sotto il controllo delle autorità.

Le indagini proseguono per far luce su una vicenda che potrebbe avere implicazioni ben più ampie rispetto al singolo episodio accertato.


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