Cronaca

Infermiera accusata di omicidio: "Decideva chi doveva vivere e chi morire"

RAVENNA, 29 GENNAIO 2014 – I giudici sono irremovibili sul no alla scarcerazione di Daniela Poggiali, l’infermiera accusata dell’omicidio di un’anziana paziente che si trovava ne reparto dove lei lavorava. Per questo reato Poggiali è stata arrestata lo scorso 9 ottobre, ma adesso nelle pagine del Riesame emergono una serie di casi che farebbero apparire la figura di una serial killer.

“I risultati della consulenza statistica depongono per un’opera sistematica di eliminazione di ricoverati”, scrivono i giudici che definiscono agghiaccianti i risultati dell’Istituto di medicina legale di Verona, al quale la procura di Ravenna aveva assegnato il compito di esaminare i decessi dei pazienti della clinica dall’aprile del 2012 al novembre 2014, periodo in cui la donna ha prestato il suo servizio. La consulenza dei medici, firmata dal professor Franco Tagliaro, è stata consegnata una settimana fa ai giudici. In questa è possibile leggere: “Dei 191 decessi nel periodo di servizio della Poggiali all’Ospedale (dall’aprile 2012 all’aprile 2014, ndr) 139 si sono verificati nello stesso settore in cui, in quel momento, stava lavorando l’indagata... Il tasso di mortalità settimanale, quando era in servizio, è risultato estremamente più elevato rispetto a quello osservato nel periodo in cui non era in servizio”. “Il numero dei morti nel reparto in cui la Poggiali prestava servizio è superiore di due volte e mezzo rispetto a quello dei decessi osservati quando la stessa risultava assegnata al settore opposto”.[MORE]

Questi dati risultano essere quantomeno anomali per i giudici che vogliono approfondire le ricerche. Dall’analisi epidemiologica, che prende in considerazione in particolare gli ultimi sei mesi di attività, “emerge un significativo eccesso di mortalità quando c’era la Poggiali. Tale eccesso, nell’ultimo semestre, è risultato addirittura esplosivo... Il numero di decessi eccedenti la quota “naturale” può essere stimato in 87”. Gli esperti hanno infine esaminato il periodo in cui l’infermiera non ha più messo piede in corsia, da aprile a novembre dello scorso anno, dopo la sospensione dal servizio proprio a seguito dell’indagine, ed “è stata registrata una significativa riduzione del tasso di mortalità”. Il procuratore di Ravenna, Alessandro Mancini, che chiederà il giudizio immediato, ha ieri annunciato che verificherà “se tutto questo poteva essere evitato e, se sì, da chi non è stato evitato”.

(foto dal sito www.ilgazzettino.it)

Michela Franzone