Cronaca

Industrie Natuzzi, proseguono i blocchi ai cancelli

 SANTERAMO IN COLLE (BA) 13 FEBBRAIO 2014- Non si ferma la protesta dei lavoratori del colosso del mobile imbottito.

Hanno trascorso una notte di protesta fuori dai cancelli e la notte murgiana non è certo tenera. Il freddo, la rabbia, la paura diventano amiche inseparabili, soprattutto se si deve combattere per non perdere il lavoro.
Si va avanti anche giovedì 13 febbraio con una splendida giornata di sole, ma che di certo non migliora l’umore, specialmente quando si ascolta la notizia che il vertice che avrebbe dovuto tenersi venerdì 14 febbraio presso il MISE a Roma è saltato e rinviato a data da destinarsi. www.infooggi.it/articolo/gli-operai-natuzzi-bloccano-i-cancelli-degli-stabilimenti/60364/


L’azienda però ha fatto una mossa di rilancio, consentendo a partecipare a un vertice in Regione con i sindacati, a patto che questi rimuovano i blocchi ai cancelli degli stabilimenti. Il malumore tra i lavoratori è cresciuto, ma il sindacato, in prima fila la Fillea CGIL, ha spiegato che questa apertura da parte dell’azienda potrebbe far sperare in un incontro con risultati positivi. Davanti ai cancelli però rimane un presidio simbolico, la cui azione non sarà di disturbo, ma di dimostrazione simbolica.[MORE]


Domani 14 quindi 2 autobus di lavoratori e rappresentanti sindacali si recheranno a Bari per il vertice in Regione. Dall’esito dipende in primis la sorte dei circa 1500 lavoratori. In seconda battuta, se il vertice porta il risultato sperato, i blocchi saranno rimossi. Se l’incontro risulterà infruttuoso, i presidi saranno rimontati e si bloccheranno non solo i mezzi pesanti ma anche i lavoratori che vorranno entrare in azienda.


Ancora una volta si lamenta lo scarso numero dei partecipanti. Dei 1500 a rischio, ce ne saranno circa un terzo a manifestare. Sarà forse un segnale di sfiducia, di disincanto? Impossibile dirlo. Però se la situazione dovesse risolversi, chi non ha mai partecipato dovrebbe quanto meno ringraziare chi, in questi anni, si è battuto per i lavoratori e per l’azienda.


La situazione non appare delle più rosee, però sperare non fa mai male.

 

Giovanni Dimita