India, stupro in taxi, si rinnovano i timori per l'applicazione Uber, Spagna e Brasile la vietano
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NUOVA DELHI, 9 DICEMBRE 2014 - Dopo la notizie di ieri, riportante l'accusa per un conducente di taxi della compagnia Uber, di stupro ai danni di una giovane ventisettenne, anche Spagna e Brasile procedono verso l'illegalità dell'applicazione. [MORE]
Shiv Kumar Yadav, 32 anni, la scorsa notte ha condotto la ragazza, assopitasi nel mezzo, in un luogo isolato dove ha perpetrato l'abuso. L'uomo, con precedenti per violenza carnale era in possesso di un falso certificato firmato dalle autorità asserente la qualità di incensurato. Rimarrà agli arresti fino giovedì e, probabilmente, contro di lui verrà indetto processo con metodo "fast track". Metodo che venne usato nel 2012 per l'assassinio di un'altra giovane donna, vittima di un mortale stupro di gruppo su un autobus.
La compagnia Uber, diretta da Travis Kalanick, offre auto a noleggio mediante un'applicazione per smartphone. Diffusasi rapidamente dall'America alla Cina, è stata dichiarata illegale da numerosi paesi tra cui Germania, Francia, Olanda, Belgio. Le accuse provenienti dall'India si associano agli osteggiamenti degli altri Stati, aggiungendo alla non regolarità delle license e al rischio d'incremento della disoccupazione, una denuncia per truffa e violazione dei regolamenti governativi a causa dei mancati controlli delle referenze per gli autisti ingaggiati.
L'avvenimento ha generato manifestazioni ad opera di studenti e partiti politici (Aap, Partito dell'uomo comune) che protestano contro l'incapacità del governo centrale di tutelare la sicurezza delle donne. Il ceo di Uber, Kalanick, ha diffuso un comunicato di doglianza sostenendo la completa collaborazione della compagnia.
L'India ha risposto bandendo Uber, impedendole di fornire alcun servizio nella capitale. Verifiche sono in corso nelle altre città della regione dove Uber è ancora in uso.
Fonte foto: lastampa.it
Ilary Tiralongo