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India: al via il processo agli stupratori della studentessa. Un guru: "Anche la vittima è colpevole"

NEW DEHLI, 7 GENNAIO 2013 – Iniziato nel caos il processo contro gli stupratori della studentessa ventitreenne violentata in un autobus a Nuova Dehli e morta in seguito alle gravi ferite riportate.

Grande la confusione per la presenza di oltre centocinquanta persone in aula, tutti ammassati per assistere al processo di cinque dei sei autori dell’efferato crimine. La consistente presenza di spettatori e il notevole ritardo che ne è derivato hanno costretto la presidente della Corte Distrettuale di Saket ad ordinare che il processo sia tenuto a porte chiuse.[MORE]

A far salire notevolmente la tensione ed il livello di caos è stata un’animata discussione, avvenuta fra i numerosi avvocati estranei al processo giunti ad assistere. Motivo del litigio fra i vari legali è stata la possibilità di difendere i cinque imputati in quello che si annuncia essere un processo dal devastante impatto mediatico.

Fanno scalpore intanto le dichiarazioni del famosissimo guru Asaram Bapu, accorso a reclamare la sua fetta di pubblicità nel caos generale: «Anche la vittima deve essere ritenuta responsabile. Avrebbe dovuto prendere il braccio del suo aggressore, chiamarlo fratello, implorandolo di smettere. Avrebbe così salvato la sua dignità e la sua vita». Ha dichiarato l’uomo, augurandosi che la condanna dei sei aggressori, di cui uno minorenne, sia «non troppo pesante».

Sicuramente pesanti sono invece state le conseguenze per la studentessa, morta in un ospedale di Singapore a metà Dicembre, vittima della barbarie di un branco di “uomini” completamente sordi alle grida di dolore e alle suppliche della giovane donna che stavano massacrando.

(fonte www.lastampa.it)
(foto www.giornalettismo.com)

Elisa Lepone