Cronaca

Emergenza immigrati, messo sotto sequestro il Cie di Santa Maria Capua Vetere

 SANTA MARIA CAPUA VETERE (CASERTA), 9 GIUGNO 2011 - Nella notte fra martedì e mercoledì si sono verificati pesanti scontri fra gli immigrati tunisini radunati nel Centro di identificazione e di espulsione del Casertano e la polizia.

Il motivo dell’ennesimo tafferuglio scoppiato durante le prime ore notturne sarebbe stato stavolta la richiesta di uno degli ospiti del centro di poter rientrare in patria, dopo aver ricevuto la notizia della morte del fratello in Tunisia.

Vistosi negare l’autorizzazione a lasciare il campo, il ragazzo si è reso protagonista di un gesto disperato in segno di protesta: dopo aver rotto uno specchio, ne ha cominciato a mangiare i cocci.[MORE]

A questo punto sono intervenuti gli agenti, che però, a detta degli immigrati, avrebbero maltrattato il giovane, scatenando così una violenta reazione a catena: i tunisini avrebbero protestato e inveito contro i metodi dei poliziotti, che di tutta risposta avrebbero sparato gas lacrimogeni all’interno del campo, provocandone l’incendio.

Ovviamente il condizionale è d’obbligo: difatti, tutt’altra è invece la versione del questore di Caserta, Guido Longo, che assicura che siano stati gli stessi immigrati ad appiccare il fuoco alle tende.

Il bilancio è comunque devastante: cinque agenti contusi, mentre tra gli immigrati si contano numerosi intossicati, una ventina di feriti (le cui condizioni non si conoscono) e circa 16 persone di cui non si hanno più notizie.

Intanto la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha ordinato il sequestro probatorio del Centro, per accertare eventuali reati commessi.

Almeno per il periodo delle indagini, si sta riflettendo sull’opportunità di trovare una nuova soluzione logistica per gli immigrati.

Ma sono in molti a chiedere a gran voce la chiusura definitiva del Cie di Caserta, allestito nell’ex caserma Andolfato; queste le parole indignate e rabbiose di Alfonso De Vito, della Rete Antirazzista Campana: “Ormai il Cie Andolfato è un girone dantesco e va immediatamente chiuso. Negli ultimi giorni ci sono stati prima alcuni gravi atti di disperazione e di autolesionismo con un profugo che è stato ricoverato dopo aver bevuto la candeggina e un altro che si è procurato ampie ferite col vetro dei bagni".

Quel che è certo e altrettanto evidente è che la situazione ha raggiunto alti livelli di rischio: urgono risoluzioni immediate e interventi umanitari che ridiano dignità alle persone coinvolte in questo anomalo contesto urbano.

 

Maurizio Grimaldi