Cronaca

Inchiesta Tempa Rossa: la ministra Boschi un'ora e mezza dai pm

ROMA, 04 APRILE 2016 - Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, è stata sentita oggi dai magistrati della Procura di Potenza nell’ambito dell'inchiesta sul petrolio, come persona informata sui fatti. L'audizione della ministra - tenutasi a Roma, in un ufficio decentrato di Palazzo Chigi - con il procuratore della repubblica di Potenza Luigi Gay e i pm Basentini e Triassi, titolari dell’inchiesta – è durata quasi due ore. «Era un atto necessario», hanno commentato i pm al termine dell'incontro. [MORE]

I magistrati di Potenza, che indagano sull'impianto petrolifero di Tempa Rossa (Basilicata), hanno ascoltato la Boschi in relazione all'emendamento approvato in legge di stabilità che sbloccava interventi strutturali legati alle estrazioni petrolifere in Val d'Agri, nel Potentino. Anche il magistrato della Direzione Nazionale Antimafia, Elisabetta Pugliese e il dirigente della squadra mobile di Potenza, Carlo Pagano erano presenti all'incontro.

Viceversa, l'audizione dell’ormai ex ministro dello Sviluppo Ecomonico Federica Guidi - che parlò in una telefonata con il suo compagno Gianluca Gemelli dell'inserimento nella Legge di stabilità dell'emendamento per sbloccare “Tempa Rossa” - non sarebbe stata calendarizzata.

Previsti oggi anche i primi interrogatori di garanzia per le sei persone finite agli arresti domiciliari: l'ex sindaco di Corleto Perticara, Rosaria Vicino (Pd), e cinque dipendenti dell'Eni.

Intanto, il Tribunale di Potenza, dopo una camera di consiglio durata circa quattro ore, ha condannato a pena compresa fra due e sette anni di reclusione gli ex vertici della Total e alcuni imprenditori e amministratori. La vicenda fa riferimento ai lavori per la costruzione del centro oli di “Tempa rossa”, fra Corleto Perticara (Potenza) e Gorgoglione (Matera). L'inchiesta, coordinata dall'allora pm di Potenza Henry John Woodcock, risale al 2008.

L’attacco del M5S

Il M5S ha colto l’occasione per attaccare nuovamente il governo. «Noi sappiamo benissimo che in questo Affare di "trivellopoli" c'è tutto il governo coinvolto. Il governo ha fatto una legge che consente alla total a tempa rossa di non avere più bisogno di certificazioni, che non avrebbe potuto avere. E un cittadino che vuole aprire un negozio ha bisogno di diecimila certificazioni: la "sburocratizzazione" vale solo per i petrolieri. Il nostro obiettivo con la mozione di sfiducia è mandare via questo governo», ha dichiarato il vicepresidente M5s della Camera Luigi Di Maio, durante la trasmissione di La7 "l'Aria che tira".

Inoltre, oggi una delegazione del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle si è recata in Basilicata «per denunciare il caso Trivellopoli che riguarda il governo e il Partito democratico» e incontrare i cittadini. Domani, come annuncia lo stesso Grillo su twitter, «i parlamentari del Movimento 5 Stelle saranno al giacimento della Total di Tempa Rossa per un'ispezione».

Intanto Matteo Renzi alla direzione del Pd è intervenuto sull'inchiesta di Potenza chiedendo alla magistratura italiana «di indagare il più velocemente possibile ma di arrivare presto a sentenza». Il Presidente del consiglio ha rivendicato «con forza» la ratio dell’emendeamento contestato su Tempa Rossa, al punto che se i pm lucani vogliono sentirlo, lui è pronto «ad essere interrogato». «Rivendichiamo le opere per sbloccare questo Paese. Ci sono centinaia e centania di opere pubbliche, soldi pronti ad essere investiti, che servono alla comunità, perché dire di no?», ha concluso il premier.

[foto: tgcom24.mediaset.it]

Antonella Sica