Politica

Inchiesta Consip, Tiziano Renzi interrogato tre ore dai Pm. Romeo attacca la politica

ROMA, 4 MARZO - Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo, è stato interrogato stamane per tre ore dai Pm di Roma nell’ambito della vicenda Consip. Renzi sr ha voluto subito smentire con fermezza le accuse a suo carico, mosse dalla magistratura: «Non ho mai preso soldi. Si è trattato di un evidente caso di abuso di cognome» - è quanto sostenuto.[MORE]

Tiziano Renzi, indagato per traffico in influenze illecite, avrebbe risposto a tutte le domande del Pm Paolo Ielo. Questo è quanto riferito dal suo legale, Federico Bagattini: «Il dottor Renzi ha risposto a tutte le domande e ha affermato di non aver avuto alcun ruolo in questa vicenda».

Il padre dell’ex premier ha così rispedito tutte le accuse al mittente, dichiarando di non conoscere né di aver mai incontrato Alfredo Romeo, ora in carcere. Inoltre, sarebbe stata smentita la propria presenza in Consip e la presunta conoscenza di Denis Verdini.

La Procura contesta a Renzi ed all’imprenditore Carlo Russo, il quale si è invece avvalso della facoltà di non rispondere, di essersi fatti promettere danaro da Romeo come compenso per la mediazione con Luigi Marroni, amministratore delegato di Consip. Mediazione che sarebbe servita per il maxi appalto denominato ‘Facility Management 4’ del valore di 2,7 miliardi di euro.

Si è invece dunque astenuto da qualsivoglia dichiarazione l’amico di Tiziano Renzi, l’imprenditore farmaceutico Russo, anch’egli indagato per traffico di influenze illecite. Questo è quanto sostenuto dai suoi legali: «Intendiamo far rispondere il nostro assistito quando saremo su un piano di parità, ovvero quando avremo piena conoscenza degli atti. Ora abbiamo solo un decreto di perquisizione».

Nella vicenda è come noto coinvolto anche l’attuale ministro dello Sport Luca Lotti, che aveva ieri duramente replicato alle accuse e alla campagna contro la propria persona, definita «vergognosa». A premere sulla situazione politica di Lotti è in particolare M5S, che spinge per una pronta ‘calendarizzazione’ della mozione di sfiducia. L’indagine vede coinvolto il Lotti per rivelazione del segreto istruttorio, all’interno della controversia nata a Napoli ma attualmente trasferita a Roma per competenza.

Dell’inchiesta Consip ha parlato anche ieri Matteo Renzi, intervistato da Lilli Gruber nella sua trasmissione ‘Otto e mezzo’: «Conosco Lotti da anni ed è una persona straordinariamente onesta, lo devono sapere sua moglie ed i suoi figli. Io non scarico mai gli altri» – avverte l’ex premier – citando anche i precedenti casi Delrio e Boschi. E riguardo invece al presunto coinvolgimento di suo padre: «Se mio padre secondo i magistrati ha commesso qualcosa mi auguro che si faccia il processo in tempi rapidi. E se è davvero colpevole deve essere condannato di più degli altri per dare un segnale, con una pena doppia».

La vicenda pare piuttosto intricata: Renzi padre ha infatti ammesso di aver incontrato l’amministratore Marroni, ma non per questioni attinenti agli appalti contestati. Romeo, rinchiuso nel carcere di Regina Coeli da inizio marzo con l’accusa di corruzione, attacca dal canto suo la politica: «In questa vicenda non c’è nulla di vero, mi sento vittima di una strumentalizzazione legata ad una aspra contesa, tutta di natura politica».

Nei prossimi giorni, verrà sentito come persona informata dei fatti anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. L’ex magistrato (in aspettativa) dovrebbe essere ricevuto a breve dalla magistratura capitolina, all’interno di un rebus che secondo l’impianto investigativo confermerebbe una «sistematica commissione di reati contro la Pa» ed una vicenda «dalle dimensioni più grandi ma simili al modello Mafia Capitale ipotizzato dalla Procura». Almeno a detta di Alessandro Diddi, legale del dirigente Consip Marco Gasparri.

foto da: infooggi.it

Cosimo Cataleta