Inaugurata la sesta edizione della rassegna teatrale "Vacantiandu" con la commedia "Non ti pago"
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
Inaugurata la sesta edizione della rassegna teatrale “Vacantiandu” con la commedia “ Non ti pago” di Eduardo De Filippo
LAMEZIA TERME (CZ) 15 NOVEMBRE - La sesta edizione della rassegna teatrale “ Vacantiandu” , promossa dall’associazione teatrale “ I Vacantusi” all’insegna della comicità, è stata inaugurata al teatro “ Franco Costabile” di Lamezia Terme con la commedia in tre atti “Non ti pago” di Eduardo de Filippo. Sul palco a raccontare l’incredibile storia del Mario Bertolini, vincitore di una quaterna giocata al lotto, e dello sfortunato Ferdinando Quagliuolo, gli attori della compagnia Il Dialogo” di Napoli, diretti dal regista Ciro Ruoppo, già presenti a Lamezia nella passata edizione con la commedia “ Filumena Marturano”. [MORE]
La commedia, in replica la sera successiva per consentire la partecipazione di tutte le fasce sociali dai ragazzi agli adulti, è stata ben accolta dal pubblico molto numeroso che ha occupato, come di consueto, tutti i posti del teatro. Scritta da Eduardo De Filippo nel 1940, la commedia ruota attorno a Ferdinando, uomo accidioso e dispotico sia nei confronti della moglie Concetta che, quando ci riesce lo contrasta ma soprattutto lo sopporta, sia con la figlia Stella, una ragazza un po’ ribelle ma costretta ad accettare la volontà del padre che vorrebbe porre fine alla sua storia d’amore con il giovane impiegato nella sua ricevitoria Mario Bertolini.
Quagliuolo è un giocatore del lotto molto sfortunato mentre Mario, che sa interpretare i sogni, vince spesso e per di più una notte sogna il padre di Ferdinando che gli dà i numeri di una quaterna ( 1 2 3 4 ) su cui gioca 50 lire vincendo ben 4.000.000 di lire. Convinto di avere in casa due serpi e una ricevitoria, Ferdinando Quagliuolo vuole vendicarsi sostenendo che la vincita è sua perché il padre ha dato i numeri a Mario, che attualmente abita nella casa della famiglia Quagliuolo, credendolo suo figlio. Dopo tanti tentativi di impadronirsi del biglietto vincente, fra avvocati interessati e preti inutilmente chiamati come stabilire la pace, litigi continui con moglie e figlia, Ferdinando Quagliuolo, costretto alla fine a restituire il biglietto di cui si era impadronito, manda una serie di maledizioni che puntualmente si avverano rendendo impossibile al povero Mario, nel frattempo licenziato, a riscuotere la vincita.
Dopo una serie di vicissitudini, la somma vinta rimane in famiglia in quanto Ferdinando concede a Mario la mano di sua figlia che gli porta in dote i 4.000.000 di lire e rivela che la vera origine della sua ostilità era dovuta al fatto che non era stato informato ufficialmente dell’interesse di Mario verso sua figlia. Il pubblico, anche se spesso si è sforzato a comprendere il linguaggio napoletano, un po’ stretto, tuttavia è riuscito a capire il testo e a cogliere l’apparente leggerezza della commedia leggendola nella sua realtà vale a dire come specchio fortemente ironico di una società squinternata e ben rappresentata in perfetta armonia con gli attori , bravi interpreti dei loro ruoli. Inoltre la regia, oltre a sottolineare la valenza dell’opera eduardiana, ha evocato la presenza in scena dello stesso Eduardo, che ha impersonato don Saverio Quagliuolo all’interno di una cornice, appesa su una parete, in questo fugace e occasionale ritorno sulla terra. Sul palco i personaggi e gli attori: Ferdinando Quagliuolo (Salvatore Maccaro), Concetta (Tina Spampanato), Stella (Roberta Allocca), Aglietiello (Alfredo Lace), Margherita (Lucrezia Manganelli), Mauro Bertolini (Antonio Mauro), don Raffaele (Felice De Cicco), Stemmillo (Peppe Miccio), zia Erminia (Liana De Rosa), Luca Francillo (Giuseppe Trinchese), Vittorio Francillo (Alfonso Masucci), Carmela (Rosaria Vecchiarelli). Direzione di scena Carla Consogni e scene di Carmine Ciccone.
Lina Latelli Nucifero