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InArt - Intervista a Mariarosaria Stigliano

ROMA, 30 GIUGNO 2013 - Prova a raccontarci una fiaba non ancora scritta Mariarosaria Stigliano, oppure storie urbane inquiete, “Short Tales”, dipinte con il suo stile inconfondibile. La giovane artista originaria di Taranto (classe 1973), che vive e lavora nella capitale dove si è laureata dapprima in legge e poi in pittura all'Accademia di Belle Arti, nelle sue tele ed incisioni - concepite come spazi metrici – tratteggia atmosfere oniriche, convulse, in cui regna la solitudine o il silenzio.
Le sequenze delle azioni rappresentate suggeriscono l’idea di una quotidianità sfuggente, con effetti di incantamento, che trasfigurano le ombre - sospese tra i ricordi e il presente - prima della dissoluzione, in uno scatto eccelso da cui erompe il Sublime.
In curriculum numerose mostre, premi ed esperienze internazionali, scandiscono un viaggio simile al “reportage di un sogno”, come il titolo della personale allestita nel 2012 presso l’Istituto Italiano di Cultura Wolfsburg (Germania). Citando altre tappe significative, si ricordano: “Music Box” (2011), un’altra personale, questa volta ospitata presso la sede dell'Istituto Italiano di Cultura di Bogotà (Colombia); e sempre nel corso dello stesso anno, Mariarosaria Stigliano figurava tra gli artisti invitati in Cina (Hangzhou) per il progetto “Seguendo il cammino di Marco Polo”.

Dipinge con frequenza paesaggi urbani visionari, come quelli esposti nella mostra che si è da poco conclusa a Biella “Le città ir-reali”, a cura di Massimo Premoli. Quali luoghi, invece reali, sono importanti per la sua ispirazione artistica?

“Le città che dipingo sono spesso luoghi che ho visitato, splendide città italiane o straniere in cui ho passeggiato con gli occhi e dove mi sono lasciata assorbire dalla suggestione del momento, dal colore dell'atmosfera o dal ritmo delle luci.
La realtà che mi circonda è una continua fonte di ispirazione ma mi rendo conto che alla fine l'immagine che dipingo viene fuori dall'incontro tra ciò che vedo e ciò che immagino di vedere, tra quello che è reale e quello che non lo è”.

Eventi performativi installativi, come “Effetto Brecotal”, “The Prayer”, o ancora “Altamente Instabile” e “Streghe Underground, conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali”, nascono da progetti condivisi con l'artista Bruno Parretti. Com’è lavorare in team?

“Lavorare con Bruno è come iniziare un viaggio oltre i confini dei limiti che pensi di non poter oltrepassare e che poi alla fine finisci inevitabilmente per superare. Siamo accomunati da uno stesso sentire, entrambi camminiamo in equilibrio tra la realtà ed il sogno ma abbiamo nature e personalità diverse che si compensano e completano nel perseguimento di un obiettivo. Più che un team siamo un treno in corsa”.

“Nel tuo cuore c’è la pioggia…”, una volta le ha detto un pittore giapponese…

“Due anni fa mi trovavo in un simposio di pittura in Germania ed insieme ad altri artisti di diverse nazionalità condividevo uno spazio di lavoro e il desiderio di uno scambio costruttivo di idee.
Ricordo quel periodo con grande emozione, dipingere lavorando a così stretto contatto annullava le differenze linguistiche ed aumentava l'attenzione e la disponibilità ad apprendere dagli altri... c'era un'incredibile energia ed un senso di appartenenza, un legame che pur nelle nostre diversità ci faceva sentire un corpo unico.
E' lì che ho conosciuto Takashi, un pittore giapponese senza età che mi ha letto l'anima guardando la mia pittura”.

“Mondi soprani e Mondi sottani” è il titolo di una delle sue opere e anche di una mostra. Immagini di avere la possibilità di salire sulla macchina del tempo: in quale epoca preferirebbe ritrovarsi?

“Mondi soprani e Mondi sottani, è il titolo di una delle mie opere, è il titolo di una mia mostra personale, ma è soprattutto il titolo di una favola che mi raccontava mia nonna quando ero bambina.
In quale epoca preferirei ritrovarmi? Forse mi piacerebbe dare una sbirciatina nel futuro anche se la cosa mi spaventa un pò, il passato è più rassicurante ...sai già cosa succede”.

Mariarosaria, il ritratto di una donna… Angelo, Strega, o un po’ "Alice Underground"?

“Chissà perché alla fine mi ritrovo sempre ad inseguire un coniglio bianco...”

Cosa c’è in cantiere?

“Sto lavorando ad una serie di opere sul tema delle favole, tema che ultimamente sento molto vicino; è inoltre in lavorazione un nuovo progetto con Bruno Parretti ...il viaggio continua”.

Mai senza…

“La voglia di sognare...”

 Sito ufficiale dell’artista: www.mariarosariastigliano.net

 

 

 


 

(Immagini: su gentile concessione di Mariarosaria Stigliano, “Juliette”, 2011, tecnica mista su tavola 60x60cm.
Video: “Diario di Viaggio”, di Mariarosaria Stigliano, e “The Prayer”, da un'idea di Bruno Parretti e Mariarosaria Stigliano, con Musiche originali di Paolo Pavan)

Domenico Carelli[MORE]