infoOggi (M) arte
InArt - Intervista a Fabio Salafia
TAORMINA (ME), 14 SETTEMBRE 2013 – Al via un altro evento - organizzato dall’associazione Art Promotion Taormina - per il Centenario della nascita di Giuseppe Mazzullo, “Secondo Natura”, la mostra che sarà inaugurata oggi (alle ore 19) nella sala Colonna del Palazzo Duchi di Santo Stefano, sede della Fondazione Mazzullo. Giuseppe Morgana ha curato questa personale – la nona - di Fabio Salafia (classe 1979), artista siciliano originario di Grammichele (CT), che, dopo gli studi ultimati brillantemente presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, si è avvicinato alla pittura in modo coerente e concreto dal 2002, anno in cui ha iniziato a esporre i suoi lavori, passando per oltre 100 rassegne d’arte.
L’allestimento, con un corpus di 16 opere recenti, evidenzia lo stretto legame estetico di Salafia con la natura e il paesaggio, rivelandone la poetica. Linee, segni e barlumi di luce, attraversano le sue tele, misteriose e irreali, formando un punto di contatto tra lo spazio e le forme, la memoria e l’astrazione.
Per il vernissage il pittore ha risposto alle domande di infooggi.it.
1) Dopo “Movimenti della natura” e “La natura instabile”, ancora una personale che si ispira alla tematica della natura. Come nascono i suoi lavori?
“Ormai da tempo, fonte di inesauribile ispirazione per la mia ricerca artistica è la natura. Si tratta di una natura filtrata… la mia! Esternata direttamente sulla tela secondo le mie percezioni, secondo il mio sentire: una sorta di anima, che appartiene ai luoghi dell’intimo. Penso che ogni artista debba andare oltre l’epidermide delle cose, facendo così affiorare la propria identità, il proprio linguaggio espressivo. E questo può accadere di fronte a un paesaggio o a un volto, non fa differenza”.
2) Un maestro o una corrente che ha influito in modo particolare sulla sensibilità cromatica di Fabio Salafia?
“Inevitabile il rimando alla storia dell’arte negli anni di formazione, ma fondamentalmente manca un modello di riferimento. In realtà sono un osservatore attento e cerco di tradurre in pittura ciò che più attira il mio sguardo, secondo un agire autentico. Non avrebbe senso copiare o attingere da altri artisti, perché sarebbe come tradire se stessi”.
3) Di fronte al degrado dell’ambiente naturale e sociale, quale può essere il ruolo dell’arte?
“L’artista è chiamato a raffigurare il bello, inteso anche nella sua dimensione etica. Deve in un certo senso scuotere la società di cui fa parte, per suscitare all’interno di essa una nuova coscienza, un senso civico diverso, bandendo la poca sensibilità verso gli altri e riattivando il rispetto.”
4) Mai senza…
“Rispetto… ce n’è poco in giro!”
Il catalogo della mostra è impreziosito dai contributi dello stesso curatore, della cantautrice Grazia di Michele e di Sebastiano Gesù, storico e critico cinematografico. Si riporta di seguito un breve assaggio.
«La prima mostra personale di Fabio Salafia a Taormina giunge in un momento di grande fervore artistico e culturale che vede ancora una volta protagonista la Perla del Mediterraneo. […] Le opere in mostra, frutto della produzione recente dell’artista, nascono dall’intima “vocazione alla bellezza” di Salafia, che non intende rappresentare la realtà né alludere ad essa per via di astrazione; la sua è “soltanto” una ricerca dell’Anima. Frammento dell’Infinito e sublimazione della Natura».
(Cit. Giuseppe Morgana)
«[…] La natura che Fabio rappresenta è proprio questo “bene rifugio”, quello che ci sosterrà quando non avremo più niente. È una natura che conquista immobile, che vince, anche se sembra sconfitta. L'opera di Fabio mi ha emozionato subito. […] Questi paesaggi indefiniti, invisibili e discreti, ma anche – in alcuni casi - fieri e decisi, tra nuvole di inquinamento che incombono sulla città e alberi orgogliosi di verde, raccontano - in maniera davvero potente – quel rapporto interrotto dell'uomo con il circostante. Da un punto di vista comune: quello della natura».
(Cit. Grazia Di Michele)
«[…] Il paesaggio di Salafia è come un’immagine riflessa, irreale, specchiata, virtuale e perciò interiore, mentale. Un modo assai moderno di guardare il mondo, la natura. […] La pittura di Salafia non è fatta solo di puro colore o di risonanze visuali perché ricca di forme astratte che hanno un loro motivo di essere e sembra protetta da un’atmosfera che la contraddistingue, sfidando ogni caduta nell’alveo della convenzione e della banalità. L’irruenza materica lascia facilmente il posto alla freschezza espressiva sposandosi con l’armonia della forma».
(Cit. Sebastiano Gesù)
(Immagini: su gentile concessione di Fabio Salafia, “Paesaggio doppio”, cm 70x60, 2011; “Sinestesia”, olio su tela cm 60x80, 2012; “Dissolvenza”, olio su tela cm 80x100, 2012; locandina della mostra “Secondo Natura”; foto-ritratto dell’artista) [MORE]
Domenico Carelli