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In Art - La Habana, la perla e l'ombra

PADOVA, 5 OTTOBRE 2014 – Prende il nome dal candore di una perla “graffiata” dal Mar dei Caraibi il progetto di Claudio Mainardi, avviato nel 2002 e approdato dopo dodici anni nella mostra fotografica in corso a Padova, presso la Galleria Cavour, “Claudio Mainardi: La Habana, la perla e l’ombra” - fino al 12 ottobre 2014.

Questo è anche il titolo del libro omonimo - con un testo di Danilo Manera - pubblicato nel 2010 dalla casa editrice Vianello Libri: «L'Avana è un immenso chiaroscuro tra cielo e mare. È intessuta d'acqua e di vento almeno quanto di vetro e di mattoni. L'Avana è un immenso chiaroscuro tra cielo e mare. Una città divelta e nuda, che si lascia fotografare senza pudore. Ma è anche una città segreta, che ti fa percorrere labirinti su labirinti in cerca dei suoi spazi più nascosti, e ti prende in giro come un enigma barocco d'arte povera. Ti spedisce tra soppalchi e gradini, corridoi e portoni, tetti e tende, cortili e cucine e alla fine ti ritrovi daccapo[…]».

Promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Padova, la rassegna (ingresso libero), curata da Carlo Silvestrin, documenta il viaggio compiuto da Mainardi nella capitale cubana, attraverso circa centocinquanta scatti d’autore.
Tra luci e ombre, il rigore del bianco e nero restituisce l’atmosfera esotica della città coloniale, del quartiere del Vedado, con la mitica Plaza de la Revolución, o del porto, dove ormeggiavano negli anni Cinquanta i traghetti che alimentavano la movida avanera, il gioco d’azzardo, le case di piacere, a ritmo di salsa, mambo e rumba, intessendo l’immaginario collettivo e i sogni di intere generazioni.[MORE]

A bordo di una sgangherata Cadillac tirata a lucido, boccheggiando magari un sigaro, si parte dunque alla scoperta di quella che è considerata una fabbrica di miti contemporanei, nel segno di Che Gevara e Fidel Castro, o di viaggiatori come Ernest Hemingway, che per circa venti anni abitò in una fattoria a sud da L’Avana.


Claudio Mainardi. Note biografiche

Nasce a Venezia nel 1947 e vive a Padova dal 1978. Dalla fine degli anni sessanta intraprende l’attività di fotografo nel campo dell’architettura e dell’arte, in seguito si specializza nella moda e pubblicità. Nei primi anni ottanta ha curato per l’artista Renato Meneghetti la parte fotografica di due pubblicazioni: Insania e Divergenze Parallele. Opera in campo cinematografico partecipando nel 1983 come direttore della fotografia al lungometraggio Divergenze Parallele presentato poi alla XL Biennale del Cinema di Venezia nella sezione De Sica. Dal 1994 al 2001 è docente di fotografia di moda presso l’istituto ISFAV di Padova. Nel 1997 nel Piano Nobile del Caffè Pedrocchi ha presentato una personale con il titolo Donne e diamanti. Un tributo alla bellezza, una rassegna di 40 ritratti in bianco e nero dove figuravano le più belle creazioni della gioielleria Nardi di Venezia. Nel 1998, nella Galleria Civica a Padova ha esposto nella mostra Frammenti di Moda. La rassegna si sviluppava in un percorso attraverso il quale si potevano osservare trent’anni di storia del costume e della moda attraverso gli scatti realizzati dai primi anni 70 a oggi. Negli anni 2004 e 2005, nell’ambito dell’insegnamento di didattica tenuto dal Prof. Enrico Gusella presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha tenuto alcune conferenze. Dal 2002 al 2013, in varie sessioni, ha realizzato un reportage fotografico in bianco e nero all’Avana per la pubblicazione nel 2010 del libro fotografico La Habana, la perla e l’ombra (edizioni Vianello libri).


Domenico Carelli

(Foto e note biografiche Courtesy Ufficio stampa Spaini. In evidenza, Claudio Mainardi, Vedado, Malecón de La Habana, 2013; nel testo, Claudio Mainardi, Centro Habana, Camello, 2007; nel testo, locandina della mostra padovana; in gallery, Claudio Mainardi, Malecón de La Habana, 2003)