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In Art - Frammenti di vita, calchi e "scavi" di Rossella Biscotti
BOLZANO, 17 FEBBRAIO 2015 – “L'avvenire non può che appartenere ai fantasmi” è la prima personale in un museo italiano, il Museion, dell’artista Rossella Biscotti (Molfetta, 1978), originale interprete della scena contemporanea, che vive e lavora a Bruxelles, con all’attivo importanti riconoscimenti - nel 2010 ha ricevuto il Premio MAXXI - e la partecipazione a prestigiose manifestazioni internazionali, come dOCUMENTA (13) nel 2012 e la Biennale di Venezia nel 2013.[MORE]
Visitabile fino al 25 maggio 2015, la mostra - curata da Letizia Ragaglia - ripercorre le tappe significative del suo percorso artistico, costellato da «video, fotografie, installazioni, performance e da realizzazioni plastiche»: la «recente dedizione alla scultura - osserva la curatrice - non fa che confermare e accentuare la sua predilezione per ricerche aperte, progressive», che spaziano dall’impegno socio-politico, alle riflessioni sul rapporto fra arte e potere, fino all’interesse per gli effetti psicologici causati dall’isolamento nel carcere.
Con una selezione di lavori in parte inediti, l’artista torna a Museion, per il quale già nel 2008 aveva firmato un progetto sul lager di Bolzano: Rossella Biscotti, prosegue Ragaglia nel testo critico che accompagna l’evento espositivo (catalogo trilingue), «si muove come una sorta di archeologa del contemporaneo e all’interno dei propri “scavi” recupera oggetti, situazioni e momenti del passato per ancorarli al presente al fine di analizzarli da una prospettiva contemporanea». Nella sua produzione, «la riattivazione della memoria conferisce una nuova prospettiva al tempo storico che diventa attuale nella rilettura del presente»: a differenza delle «sculture in bronzo originali», che «rappresentano il tempo storico», «i calchi recenti diventano una rilettura contemporanea attraverso la quale riattivare significati e prospettive critiche. La dimensione critica e decostruttiva del calco non lascia dunque spazio a riletture nostalgiche, ma, anzi, apre a nuove modalità di pensare il presente e il futuro».
In tal senso vanno interpretati i calchi del progetto “Le Teste in Oggetto”, del 2009: «le teste in oggetto - spiega la curatrice - sono quelle di re Vittorio Emanuele II e di Benito Mussolini, realizzate in bronzo da Giovanni Prini e Domenico Rampini per l’Esposizione Universale del 1942, ma mai esposte a causa dell’annullamento della stessa. In occasione di una sua mostra alla Nomas Foundation di Roma nel 2009, Rossella Biscotti ha proposto di spostare le sculture e di renderle per la prima volta fruibili al pubblico; nel 2015 l’artista propone di esporre un calco delle stesse».
In particolare, il campo d’indagine dell’artista rileva nell’installazione “The Prison of Santo Stefano” (2011-13), «costituita da una serie di calchi di parti del pavimento della prigione che si trova sull’isola di Santo Stefano nell’arcipelago pontino», dove fu costruita nel 1795, per essere poi utilizzata «fino al 1965 soprattutto per la detenzione di prigionieri politici». Attraverso i calchi, realizzati a partire dall’utilizzo di fogli di piombo, per ottenerne l’impronta del pavimento di una cella, Rossella Biscotti “imprigiona” nella materia «le ferite permanenti che la prigione imprime sui corpi dei detenuti», «frammenti di vita, frammenti di storie passate che restituisce al nostro presente».
* L'artista dichiara questa mostra libera dall'ergastolo.
Domenico Carelli
(Immagini: Courtesy Museion, in evidenza 02_Museion_Biscotti_Foto Luca Meneghel; in gallery, 03_Museion_Biscotti_Foto Luca Menghel; 05_Museion_Biscotti_Foto Luca Meneghel)