Estero

Scozia batte Padania. Entro due anni potrebbe essere indipendente dalla Gran Bretagna

Edimburgo, 5 aprile 2012 -  Mentre i separatisti in salsa italiana della Lega Nord sono in questi giorni in serie difficoltà, i loro “colleghi” scozzesi sembrano voler bruciare le tappe, e sono pronti ad iniziare un percorso che li porti formalmente alla separazione dal Regno Unito.

Nelle scorse settimane, il premier scozzese e leader dello Scottish National Party (SNP), Alex Salmond, ha formalizzato in Parlamento la presentazione di un documento con le linee guida del governo per il referendum sull’indipendenza della Scozia. La dicitura del quesito elettorale sarà molto diretta, niente a che vedere con i cervellotici quesiti cui siamo abituati dalle nostre parti. “Do you agree that Scotland should be an independent country?” (“Siete d’accordo che la Scozia diventi una nazione indipendente?”).

In caso di indipendenza della Scozia, il capo di Stato resterà in ogni caso la Regina Elisabetta II. [MORE]Si prevede una tabella di marcia ben precisa di qui al referendum e poi alla possibile indipendenza. La data del referendum è fissata per l’autunno del 2014.

Per quanto riguarda l’economia , l’eventuale futuro stato scozzese potrebbe nelle previsioni dei separatisti contare su notevoli risorse finanziarie, connesse al settore energetico. Vi sarebbe innanzitutto il controllo di quasi tutti i giacimenti di petrolio e di gas del Mar del Nord, che sono una ricchezza indubbia. Inoltre, vi sarebbero le significative risorse eoliche, l’energia marina e ad altri settori produttivi redditizi come quello del whisky. La Scozia sarebbe quindi uno Stato decisamente piccolo, ma economicamente potrebbe contare su solide basi.
 

Raffaele Basile