In Calabria sequestrati 502 terreni e 25 imprese agroalimentari alla criminalità organizzata
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CATANZARO, 22 OTTOBRE 2013 - “In tempo di crisi l’economia e la strategia della criminalità organizzata in Calabria – ma non solo, evidentemente ha investito in terreni agricoli e comunque nella filiera agroalimentare, un approdo sicuro per fare fronte alla instabilità finanziaria”. Così Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria, commenta il Rapporto Eurispes 2013 sui crimini agroalimentari in Italia che assegna alla Calabria il secondo posto sia nella graduatoria degli immobili sequestrati con ben 502 terreni che per le aziende confiscate che sono 25 e che operano lungo tutta la filiera agricola.
Una forma sicuramente di “economie cattive” che – prosegue - sottolineano l’impegno, con efficaci azioni dello Stato (forze dell’ordine e magistratura), per ultima l’operazione della Dia di beni per un valore di 60 milioni di euro ad un imprenditore della Piana di Gioia Tauro. Fa davvero riflettere questo preoccupante fenomeno di “adattamento imprenditoriale” da parte della criminalità organizzata che però ci pone oltre la confisca il problema del riuso dei beni sequestrati alle organizzazioni criminali.
Questo -conclude Molinaro – è un terreno dove occorre continuamente affinare metodi e strategie perché il sequestro dei beni rappresenta un provvedimento estremamente penalizzante, ed efficace, contro le organizzazioni criminali, ma il riuso efficiente raffigura, nei confronti delle società locali, un fattore fondamentale per dimostrare che sono possibili occasioni di sviluppo fuori dalle consorterie n’dranghetiste.
Notizia segnalata da Coldiretti Calabria [MORE]