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In coda per entrare questa mattina a sostenere il, tanto temuto dagli studenti e discusso dagli esperti, test d'ingresso per la facoltà di medicina più di 90 mila giovani neodiplomati e non solo. Il tempo per la consegna è scaduto più o meno un'ora fa e le facce dei numerosi ragazzi accorsi a rispondere alle 80 fatidiche domande, che potrebbero cambiare il loro futuro, sono veramente stravolte. [MORE]
Molte le incertezze sulla valenza di questo test, ritenuto dai più inidoneo a stabilire l'adeguatezza di un probabile medico. Non sarebbe forse il caso di modificarlo un po’? Renderlo più attinente alla facoltà che si vuole percorrere? In effetti, a chi interessa se a Tizia alla fine piace o meno un quadro di Picasso? Già, ma serve tempo e quest’anno ormai è andata.
Posti limitati per pochi fortunati che vedranno aprirsi le porte di quelle agognate aule universitarie. Spesso però, l’euforia ha il sopravvento e l’aver passato i test quasi ti obbliga a frequentare una facoltà che non è proprio quello che si voleva, così dopo poco tempo, molti studenti abbandonano “Medicina” per rincorrere altri obiettivi. Quel numero di matricola, però, non viene sostituito con un altro studente che ci teneva veramente tanto e che ha ripiegato su una facoltà afferente al suo sogno.
Entrano i più bravi, i più meritevoli, ma sarà veramente così? Molti i dubbi, specie dopo gli ultimi avvenimenti che hanno lasciato tutti perplessi.
La domanda che realmente bisognerebbe porsi è: a fronte di una carenza di 12 mila professionisti medici in Italia, non sarebbe forse opportuno eliminarlo del tutto questo test? La soluzione potrebbe essere quella di selezionare gli studenti più motivati, quelli con maggiori aspirazioni ed intenti seri, e far frequentare loro la facoltà, suddividendoli in più classi e impedendo la prosecuzione a chi non si impegna abbastanza. La selezione avverrà naturalmente già il primo anno. Questo però richiederebbe l’assunzione di nuovi docenti, il che è del tutto contrario alla politica della Gelmini. In realtà, l’università le risorse ce le ha eccome! Il Policlinico universitario, non pullula per caso, di specializzandi assunti dalla facoltà stessa come ricercatori e che sostituiscono tutte le volte, tantissime, gli “illustri” professori, che dal nome altisonante, non sono in sede, perché per la maggiore non vivono nella città in cui hanno una cattedra? Naturalmente la nostra è solo una domanda.