Economia

Imu e Tares: oggi scadono i termini di pagamento

MILANO, 16 DICEMBRE 2013 – Lunedì nero per i contribuenti italiani che, oggi, dovranno fare i conti con il saldo dell'Imposta municipale per gli immobili (Imu) e con la scadenza del pagamento del Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (Tares). Come puntualizza la Cgia di Mestre in una sua nota: «Per molti imprenditori è una giornata campale da un punto di vista economico. Oltre a dover pagare la seconda rata dell’Imu sugli immobili strumentali, molti Comuni hanno previsto entro il 16 di dicembre il versamento del saldo della Tares: ovvero, il nuovo tributo sui rifiuti. Rispetto al 2012, gli aumenti che una buona parte di questi imprenditori ha subito quest’anno sono veramente molto pesanti».

Per il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi: «Questi aumenti vanno a sommarsi a quelli già avvenuti l’anno scorso. Rispetto a quando si pagava l’Ici, i proprietari di capannoni hanno subito nel 2012 un incremento medio del 100%, con punte che in molti casi hanno toccato il 154%». [MORE]

IMU - Nello specifico, visto il valzer a cui si assistito negli ultimi mesi in merito all’Imu, si puntualizza che - la tassa abolita sulla prima casa – dovrà essere versata dai proprietari di seconde case. In particolare, secondo le stime effettuate dall’ufficio territoriale Uil, mediamente i contribuenti pagheranno 395 euro. Soffermandoci sulle alcune delle principali città italiane: a Roma una seconda casa grava 1.885 euro (942 euro saldo a dicembre) a Milano 1.793 (897 euro con il saldo), a Torino 986 euro: 493 a dicembre. A questi, a dover pagare anche i proprietari di case di lusso o di pregio, sulle quali l’Imu non è stata abolita.

Inoltre, sempre secondo gli studi effettuati dalla Cgia, prendendo come metro di misura le aliquote medie applicate dai venti Comuni capoluogo di Regione, su tutte le diverse tipologie di immobili ad uso produttivo/commerciale, è risultato che «nel 2013 solo i negozi e i capannoni (sia quelli classificati D7 sia quelli D8) non hanno subito aumenti dell’aliquota media. Nonostante ciò, i capannoni hanno subito lo stesso un incremento di imposta a seguito dell’ aumento del coefficiente moltiplicativo utilizzato per determinare la base imponibile che è passato da 60 (valore applicato nel 2012) a 65».

In sintesi, i negozi e le botteghe artigiane mediamente dovranno esborsare quest’anno lo stesso di quello versato l’anno scorso, ovverosia 926 euro. Non è così, invece, per tutti gli altri immobili che subiranno un rincaro. Gli uffici-studi privati e i laboratori artigianali registreranno, rispettivamente, un incremento dello 0,5% e dell’1,6%). Più rilevanti i rincari per i capannoni: per quelli classificati D1 – scrive la Cgia - «l’aumento è di 352 euro (+10% rispetto al 2012), che “spinge” il costo totale annuo dell’Imu a 3.860 euro», mentre per i capannoni D7 e D8 (ovvero quelli industriali e quelli commerciali) «l’incremento è per entrambi dell’ 8,3%. Se i primi registrano un aumento di 493 euro, che fa salire l’imposta annua a 6.403 euro, i secondi subiscono un ritocco di 591 euro, che porta il costo complessivo dell’imposta a toccare i 7.676 euro».

TARES – In riferimento alla tassa sui rifiuti, l’associazione di Mestre ha messo a confronto il prelievo relativo alla suddetta imposta del 2013 con quella del 2012, facendo riferimento ai regolamenti comunali e sono state applicate le tariffe relative a 10 Comuni capoluoghi di Regione (Ancona, Aosta, Bologna, Cagliari, Campobasso, Firenze, Genova, Milano, Torino e Venezia). Successivamente, si è proceduto a calcolare la media del prelievo ottenuto sulle otto diverse tipologie di immobili ad uso produttivo/commerciale. Da ciò è emerso che: «Gli aumenti più importanti riguardano i negozi di ortofrutta: quest’anno subiscono un aumento del +34,5%. Il tributo medio annuo, per un negozio di 100 mq, sale a 3.376 euro. Le cose non vanno altrettanto bene nemmeno per ristoranti, trattorie e pizzerie. Con un incremento del +31%, queste attività, con una superficie di 300 mq, pagano quest’anno un tributo medio di 8.353 euro. Male anche per bar e pasticcerie (superficie di 100 mq): l’aumento è pari al 19,4%, che “spinge” il tributo sui rifiuti a toccare un importo medio per il 2013 pari a 2.046 euro», puntualizza la Cgia.

Infine, il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi ha commentato i sopraindicati dati, concludendo con un punto di domanda: «Come è possibile – conclude Bortolussi – subire questi aumenti quando negli ultimi 5 anni di crisi economica la produzione dei rifiuti è diminuita del 5% e l’incidenza della raccolta differenziata, che ha consentito una forte riduzione dei costi di smaltimento, è aumentata del 30,5%?»

(Fonte: Cgia)

Rosy Merola