Politica
Claudio Scajola vuol tornare a ricoprire le poltrone che contano
IMPERIA, 7 MARZO - “Non posso abitare in una casa con l'idea che qualcuno, a mia insaputa, abbia pagato ai venditori parte del prezzo della compravendita che per me era inferiore a quello denunciato dalle precedenti proprietarie” dopo aver pronunciato queste parole in varie occasioni mentre era nell'occhio del ciclone di gran parte dell'universo mediatico italiano, lo scorso quattro maggio Claudio Scajola, il Ministro di Imperia dette le dimissioni da Titolare del Dicastero dello Sviluppo Economico e delle Attività Produttive.[MORE]
Dopo parecchi mesi in cui fu il premier Berlusconi a reggere interinalmente il Ministero, gli succedette Paolo Romani.
La storia cui si riferiva quel giorno in cui si dimise il Ministro Scajola era quella arcinota dell'appartamento, con supposta vista sul Colosseo, di Via del Fagutale nel centro storico di Roma. Scajola lo acquistò dopo la sua nomina a ministro nel quarto governo Berlusconi e dichiarò sempre che il prezzo pattuito con le venditrici era di seicentomila Euro che pagò loro. Queste invece sostennero di aver ottenuto, a seguito della compravendita, ben un milione e mezzo di Euro, in parte pagati da Scajola ed in parte da Diego Anemone uno degli imprenditori rimasti invischiati nell'indagine giudiziaria, condotta dalla Procura di Perugia, sulla cosiddetta “ Cricca” cioè su quella cupola affaristica, esistente nel campo dei lavori pubblici a livello nazionale, cui pare facesse parte pure il sottosegretario alla Protezione Civile Bertolaso.
Ora che l'uomo politico imperiese ha rivenduto l'appartamento romano, devolvendo la plusvalenza in beneficenza e che la Procura della Repubblica di Perugia ha presentato al Gip del Tribunale del capoluogo umbro le proprie conclusioni scagionando Claudio Scajola da ogni responsabilità, l'uomo do governo imperiese, già a lungo coordinatore nazionale di Forza Italia, ha espresso l'intenzione di tornare a fare alta politica attiva. Lo ha detto in faccia allo stesso Silvio Berlusconi nel corso di un colloquio tenutosi in gran segreto qualche giorno fa. Lo ha chiesto facendosi forte della consistenza numerica della “ Fondazione Colombo”, il gruppo pseudo- culturale, in realtà è solamente una consorteria politica nata all'interno del Popolo delle Libertà che riconosce in Scajola il proprio “leader”, che conta sessantadue parlamentari provenienti da Forza Italia tra cui quell'Antonio Martino sodale di Berlusconi già dalla prima ora.
Scajola ambirebbe o a tornare alla guida del Partito, ora Popolo delle Libertà, in qualità di Coordinatore unico al posto dell'attuale triade, La Russa-Bondi-Verdini, che lo governa o a tornare ad occupare una poltrona ministeriale. In questo caso Berlusconi sarebbe pronto a spacchettare il Ministero per lo Sviluppo economico conferendo al suo alleato più fedele nel partito la remunerativa Industria. Si tratterebbe, cioè, di un ritorno al passato, ai tempi della Prima Repubblica, quando la Democrazia Cristiana da cui lo stesso Scajola proviene, dominava la vita politica del paese e, spesso, compiva il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, cioè dei ministeri, per accontentare i leader delle sue innumerevoli correnti. Scajola di certo non prevede, dunque, per se una vita lontana dall'alta politica ritirandosi nella natia e periferica Imperia.
Sergio Bagnoli