Cronaca

Immigrati: vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, "accoglienza sfida del nostro tempo"

LOCRI (RC), 19 APRILE 2015 - "La nostra terra, povera, ma abitata da gente semplice e di grande dignita', si ribella di fronte ad ogni forma di xenofobia, di sospetto e pregiudizio verso lo straniero. Non crediamo che gli immigrati possano essere fautori di sconvolgimenti nella sicurezza sociale: che ci facciano perdere identita' e cultura, che possano alimentare concorrenza sul mercato del lavoro o, addirittura, introdurre nuovi fattori di criminalita'".   [MORE]

Sono queste le parole con cui il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, si e' rivolto alla comunita' diocesana con una lettera che sara' letta in tutte le Parrocchie della Diocesi domenica 19 aprile. Quello del vescovo Oliva e' un messaggio dedicato all'accoglienza, con il quale si evidenziano i tantissimi sbarchi di immigrati che giungono lungo le coste calabresi: "A noi e' richiesto di dare loro una mano - scrive - non una fredda accoglienza. In una Calabria, gia' piegata da mille problemi, l'accoglienza e' la grande sfida del nostro tempo". Oliva analizza il contesto sociale in cui questo avviene: "Siamo la Locride, il Sud del sud, terra di periferia, bella e amata da Dio, ma afflitta da tanti problemi.

La Locride! Anch'essa da tempo terra di emigrazione. Molti sono stati costretti ad andare via in cerca di lavoro. Non sono piu' tornati, se non per brevi periodi di ferie. Tanti sono i giovani che si allontanano direzione Nord. Anch'essi in cerca di lavoro ed affermazione, lasciando casa e famiglia, senza certezza del domani, senza sapere se e quando potranno ritornare. Ma in tale difficile realta' non ci sentiamo affatto rassegnati".

Il vescovo evidenzia anche che "gli immigrati che approdano sulle nostre coste non lo fanno per restare. Sono solo di passaggio. Non disprezziamo il loro grido di disperazione e disagio, anche per le lunghe attese di un permesso di soggiorno". Quindi un richiamo alla gestione pratica dell'accoglienza, chiedendo tempi certi e azioni mirate, e l'impegno diretto sul tema "Pur nella scarsita' di mezzi e risorse, come Chiesa cerchiamo di fare la nostra parte nell'opera di accoglienza, di mettere a disposizione le poche strutture che abbiamo, anche se mancano i mezzi economici, per renderle idonee".

Il vescovo Oliva ammonisce: "Chiediamo scusa per tutte le volte, che, nella disperazione, ci siamo lasciati prendere da forme di esasperato individualismo e di egoismo. Mentre il fratello ci chiedeva asilo e attenzione, abbiamo rinserrato "i cancelli" del nostro cuore. Neppure vogliamo lasciamoci rubare la vocazione ospitale. Rinneghiamo ogni tentazione razzista - scrive nella lettera - per restare fermamente dalla parte di Gesu', che e' sempre in attesa di essere riconosciuto nei migranti e nei rifugiati, nei profughi e negli esuli.

Non c'e' in noi alcuna paura dello straniero. Grande invece e' il desiderio di incontro e la voglia di abbattere ogni barriera e pregiudizio: gli immigrati, per noi non sono un pericolo, ma figli dello stesso Padre". Un contesto nel quale il vescovo Oliva si rivolge direttamente a tutte le strutture della Chiesa: "Le nostre parrocchie siano uno spazio aperto, luoghi di dialogo, di integrazione nella varieta' delle sensibilita' umane - afferma - spazi di dialogo e di incontro, ove ci si educa a dialogare, a rispettarsi e ad elaborare proposte di inclusione sociale. Sappiamo che non e' facile rispondere ad una sfida cosi' grande qual e' l'accoglienza di tanti immigrati. E' lungo il cammino da compiere. La sfida da cogliere - conclude il vescovo di Locri-Gerace - e' quella di sensibilizzare le comunita' a questo importante "segno dei tempi". E' una sfida culturale!".