Cronaca

Ilva, i giudici di Milano respingono richieste per il patteggiamento dei Riva

MILANO, 14 FEBBRAIO – Nell’ambito di uno dei procedimenti milanesi sull’ Ilva di Taranto, il gip di Milano Maria Vicidomini ha respinto le istanze di patteggiamento presentate da Adriano, Fabio e Nicola Riva. Il giudice non ha ritenuto congrue le pene concordate con la procura, che si aggiravano tra i 2 e i 5 anni di reclusione. [MORE]

La Procura di Milano aveva dato l’ok ai patteggiamenti nelle settimane scorse, in seguito alla decisione della famiglia Riva di rinunciare a ogni contenzioso con lo Stato italiano sulla cifra da 1,3 miliardi di euro, attualmente bloccata in Svizzera, sequestrata nel 2013 dalla Guardia di Finanza. Soldi destinati al risanamento ambientale dello stabilimento di Taranto.

L’accordo tra lo Stato e la famiglia Riva con la rinuncia a ogni contenzioso era stato annunciato nel novembre scorso dall’ex premier Matteo Renzi. Adriano Riva, accusato di bancarotta, truffa ai danni dello Stato e trasferimento fittizio di valori, aveva concordato con i magistrati una pena pari a 2 anni e 6 mesi di carcere, mentre i nipoti Fabio - indagato a sua volta per bancarotta - e Nicola, anch’egli accusato di bancarotta, avevano rispettivamente proposto un patteggiamento della pena compresa tra i 4 e i 5 anni di reclusione, in continuazione con una condanna già diventata definitiva, e un patteggiamento per una pena inferiore ai due anni di carcere.

Tuttavia le pene concordate sono state ritenute troppo basse dal giudice che ha dunque bocciato la richiesta di patteggiamento ma anche la cifra che la famiglia proprietaria del gruppo intende restituire: un miliardo e 330 milioni di euro. Il rientro della somma, destinata alla bonifica ambientale dell’Ilva, era stato annunciato sempre a novembre da Renzi, ma ora tutta l’operazione messa a punto potrebbe subire un rallentamento.

[foto: milano.corriere.it]

Antonella Sica