Il trapianto degli organi al centro del romanzo “Cento battiti” di Gianluca Santise
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LAMEZIA TERME (CZ) 7 GIUGNO - L’attuale e difficile tema del trapianto degli organi, con tutte le problematiche connesse, è al centro del primo romanzo del cardiochirurgo Gianluca Santise “Cento battiti” presentato a chiusura delle attività culturali programmate dall’Uniter, presieduta da Italo Leone, nel trentesimo anniversario della sua istituzione. Il napoletano Gianluca Santise, laureato in Medicina all’Università di Napoli e specializzato in Cardiochirurgia, ha studiato i trapianti del cuore a Londra, ma poi è tornato in Italia, a Palermo, e infine, nel 2014, si è trasferito a Catanzaro dove svolge la professione di chirurgo. « Nonostante da 12 anni lavori nei trapianti, il caso del trapiantato, raccontato nel libro, non esiste ma è una invenzione, certamente analogo a tanti altri. Sicuramente il caso è un paradigma poiché il cuore racconta di un trapianto che può essere un trapianto qualsiasi» ha dichiarato l’autore di “Cento battiti” ed ha aggiunto:« Il romanzo lancia il messaggio del trapianto, della donazione degli organi, della solidarietà e in questo caso ho voluto far vedere come anche dalla persona peggiore può partire qualcosa di buono verso qualcuno che ha difficoltà a vivere.
Il titolo del romanzo “Cento battiti” - ha continuato - trae origine dalla frequenza cardiaca del trapiantato che varia dai 90 ai 100 battiti al minuto». Ad inizio di incontro, la vicepresidente dell’Uniter Costanza Falvo D’Urso, dopo aver tracciato il profilo professionale del cardiochirurgo Gianluca Santise, ha esposto sinteticamente la trama del romanzo per poi approfondirne le tematiche con una serie di domande rivolte all’autore alternandole con la lettura di alcuni brani da parte della dottoressa Chiara Mignogna dell’Università degli Studi di Catanzaro. “Cento battiti”, ambientato a Londra, narra la storia di Joey Diamond, un giovane broker londinese che muore in seguito ad un incidente stradale, accaduto di notte, dopo aver condotto una vita sregolata. Il suo cuore viene trapiantato nel corpo di Bill, un uomo onesto, legato alla famiglia e malato terminale, che, tornato in vita, cerca di vivere come un tempo circondato dall’amore dei suoi familiari. Ed è il suo cuore, che batte e ribatte a ritmo di emozioni, a raccontare la nuova vita,i cambiamenti, i momenti drammatici ancora in agguato condivisi dai suoi familiari, il caos che regna nel suo giardino incolto e abbandonato, ma anche il suo desiderio di conoscere il suo donatore.
Durante l’incontro è emersa l’importanza della vicinanza della famiglia nei confronti del malato terminale, del sostegno psicologico, delle operazioni che precedono il trapianto che deve essere decretato dopo l’accertamento della morte cerebrale del donatore, come ha sostenuto il dottore Santo Giovanni Lio per il quale « prima si fa la diagnosi e prima si ha il trapianto , prima che gli organi si deteriorano». La donazione non riguarda solo il cuore ma tutti gli altri organi che possono essere donati a qualsiasi età (il cuore fino a 60 anni) salvando vite umane. Oggi la Calabria, possiede dei centri d’avanguardia come il Sant’Anna di Catanzaro dove i pazienti hanno la possibiltà di essere seguiti ed indirizzati per il trapianto in centri specializzati come Napoli, Bari ed altri a differenza del passato quando dovevano spostarsi perfino a Parigi o in altre città estere. Molto efficaci, ai fini di un adeguato approfondimento dal punto di vista medico, gli interventi del dottor Giancarlo Bellieni e del dottor Gianni Caruso.
Foto: Mignogna – Falvo D’Urso - Santise
Lina Latelli Nucifero