Il TFA e l'abilitazione all'insegnamento per i nuovi docenti delle scuole primarie e  secondarie
Pubblica Istruzione Lazio

Il TFA e l'abilitazione all'insegnamento per i nuovi docenti delle scuole primarie e secondarie

sabato 17 settembre, 2011

ROMA, 17 SETTEMBRE 2011- A tre anni di distanza dalla pubblicazione della Legge Finanziaria 2008, l'apparato universitario italiano si trova ancora in ginocchio a leccarsi le ferite di un taglio profondo che stenta a cicatrizzarsi. E, come per chi ha avuto un incidente, la fase più dolorosa si manifesta nel momento in cui il trauma entra in circolo.[MORE] Nel caso specifico delle Università, uno degli strascichi più dolorosi che ne rallentano la ripresa  riguarda la riformulazione delle norme che regolano il percorso di formazione degli insegnanti di primo e secondo grado. Fino all’anno accademico 2007/2008, la SSIS (Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento) ha rappresentato l'unico percorso abilitante per i docenti delle scuole secondarie. Con durata biennale, numero chiuso, frequenza obbligatoria, la scuola di specializzazione si concludeva con un esame abilitante. 

La soppressione delle SSIS, ai sensi dell’art 64, comma 4 bis, del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, a partire dall'anno accademico 2009/2010, ha scatenato l'ira di quanti erano in procinto di ottenere l'abilitazione all'insegnamento e che ora si ritrovano ad essere prigionieri di un nuovo meccanismo ancora in fase embrionale. Infatti, sebbene le nuove linee guida per il conseguimento dell'abilitazione siano state tracciate nel DM 10 Settembre 2010, n. 249, ad oggi gli atenei non sono di fatto pronti a recepire le nuove norme.

Si passa così da un percoso di formazione quadriennale ad un corso di laurea quinquennale (a numero programmato con prova d'accesso) per l'insegnamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria, mentre per ottenere la cattedra di docente nelle scuole secondarie di primo e secondo grado è necessaria una laurea magistrale (una per ogni classe di abilitazione) seguita da un tirocinio formativo attivo (TFA), che comprende insegnamenti di scienze dell'educazione e un tirocinio diretto e indiretto di 475 ore da svolgere presso le istituzioni scolastiche accreditate sotto la guida di un tutor. L'attività di tirocinio si conclude con la stesura di una relazione del lavoro svolto dal tirocinante e al termine dell'anno di tirocinio si svolge l'esame di abilitazione all'insegnamento.

Il tirocinio può essere svolto anche da coloro i quali, prima dell'entrata in vigore del DM n.249, erano in possesso dei requisiti necessari per l'accesso alle vecchie SSIS, come specificato dal DM 9 Febbraio 2005, n. 22. All'apparenza semberebbe trattarsi di una trasfigurazione indolore del vecchio sistema in quello nuovo, se non fosse per il fatto che gli atenei italiani hanno tempo fino a 24 mesi dall'adozione del DM 10 Settembre 2010, n. 249 per allinearsi con i principi guida alla base della riforma ed avviare i corsi di laurea magistrale e i relativi tirocini, come riportato nel Decreto Ministeriale 4 aprile 2011 n. 139. È del 12 settembre c.m una nota divulgata dal Ministero dell'Istruzione in cui si esortano gli atenei a pubblicare, a partire dal 14 settembre, nella banca dati dell'offerta formativa, per ciascuna classe di abilitazione, la propria offerta formativa e ad indicare inoltre il numero di posti disponibili per avviare i famigerati TFA.

Inutile a dirlo, è bastata una telefonata presso la segreteria amministrativa della Sapienza di Roma per svelare la profonda condizione di ignoranza rispetto allo sviluppo degli eventi in questione. A questo punto è lecito chiedersi se il risultato ottenuto da una ristrutturazione così radicale e dissanguante di un sistema già in precario stato di salute non si discosti di molto da quello che si otterrebbe montando il motore di una Ferrari in una vecchia Cinquecento, con tutte le spiacevoli conseguenze per il guidatore.

(notizia segnalata da Riccardo Marcucci)


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