Cultura e Spettacolo
Il Tar del Veneto blocca il prestito dell’ "Uomo vitruviano" di Leonardo da Vinci al Louvre
ROMA, 9 OTTOBRE - L'Italia ha confermato il suo rifiuto di prestare il disegno conservato all'Accademia di Venezia, che doveva far parte di una mostra il 24 ottobre, per i 500 anni dalla morte dell'artista e inventore italiano al museo di Parigi.
Il tribunale amministrativo del Veneto ha appena bloccato l'accordo tra Francia e Italia che prevede uno scambio di opere tra l’Italia e la Francia. Roma dovrebbe prestare alcune opere di Leonardo al Louvre, mentre Parigi dovrebbe spedire dei capolavori di Raffaello alle Scuderie del Quirinale, per una esposizione che si terrà nel 2020. Una decisione provvisoria in attesa di una sentenza nel merito che è prevista per il 16 ottobre. Il tribunale era stato adito dall'associazione Italia Nostra per il fatto che questo prestito costituiva, secondo la stessa, una violazione del Codice dei beni culturali.
All'origine della decisione della corte veneziana, vi è l’art. 66 del codice dei beni culturali, che protegge il rilascio di opere che costituiscono il principale fondo di un museo e che possono essere danneggiate durante il trasporto. Questo articolo stabilisce che le opere appartenenti ai fondi identitari (pubblici e privati) non possono uscire dal territorio nazionale. L’Uomo Vitruviano appartiene al fondo principale delle Gallerie dell’Accademia, in base all’identificazione fatta con nota del 23 ottobre 2018 (Protocollo 2470) dell’ex Direttrice del Museo, Paola Marini.
Altro motivo ostativo è che l'Uomo vitruviano è circondato da un protocollo che afferma che non può essere esposto al pubblico per più di 90 giorni e che qualsiasi esposizione deve essere seguita da un periodo di cinque anni di conservazione al fresco e al riparo dalla luce. Ora il prezioso disegno è già stato presentato a Venezia per una mostra dedicata a Leonardo e al modello dell'uomo del mondo. Quella del Louvre sarebbe troppo?
L’Ufficio stampa del Mibact precisa che: “Da una prima lettura delle anticipazioni stampa risulta del tutto incomprensibile il riferimento a una presunta violazione del ‘principio dell’ordinamento giuridico per cui gli uffici pubblici si distinguono in organi di indirizzo e controllo da un lato, e di attuazione e gestione dall’altro’ nello scambio di opere tra i musei italiani e il Louvre”.
Questo disegno, che rappresenta le proporzioni ideali del corpo maschile. probabilmente realizzato intorno al 1490, è un fragile pezzetto di carta che misura 34 cm per 24 cm, composto da inchiostro e pittura,del qualegli storici dell'arte sono tantoappassionatiquantola sua interpretazione è complessa. È con la Gioconda, una delle opere più pubblicizzate di Leonardo, se prendiamo come criterio (discutibile) la quantità dei suoi usi commerciali e le sue diversioni.
"Una decisione incomprensibile. È con questa incredibile affermazione che il Ministero italiano per i beni culturali ha reagito, martedì 8 ottobre pomeriggio, alladecisione del Tribunale amministrativo regionale del Veneto, che mette in discussione anni di sforzi diplomatici tra Parigi e Roma.
Il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, in audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero alle commissioni Cultura riunite di Camera e Senato ha detto: “Sui prestiti di opere d’arte tengo presente un punto che inevitabilmente tronca tutte le discussioni, che è quello della valutazione scientifica che dice se un’opera è trasportabile o non è trasportabile. Ricordo il grande dibattito sui Bronzi di Riace a Milano, con due linee di pensiero radicalmente opposte tra gli stessi esperti. L’argomento era talmente rilevante che ho costituito una commissione che ha detto che c’erano troppi rischi. Penso che vada fatto così: c’è una soglia di fronte alla quale la politica deve fermarsi, e io mi fermerò sempre”- aggiungendo - “Di fronte alla valutazione scientifica, che possono fare soltanto gli esperti io mi fermo, anche se di mezzo c’è una relazione internazionale. E così ho fatto per l’Uomo vitruviano, su cui c’è stato un parere positivo, mentre altre opere su cui ci sono stati pareri negativi e non sono andate”.
Luigi Palumbo