Il sito archeologico di Palmira potrà essere ricostruito
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
AQUILEIA, 28 GIUGNO - Il sito archeologico di Palmira, danneggiato dai militanti dell’Isis, potrà essere ricostruito quasi nella sua totalità.[MORE]
A dare la notizia è stato l'archeologo ed accademico italiano, Paolo Matthiae, ritenuto uno dei maggiori esperti al mondo, secondo cui larga parte delle rovine potrà essere recuperata anche con restauri tradizionali poiché il sito ha subito numerosi danni ma non è stato'' polverizzato''. Matthiae, presente all’inaugurazione della mostra “I volti di Palmira”, organizzata dal presidente della Fondazione Aquileia , presso Museo Archeologico Nazionale della città friulana, dal 2 luglio al 3 ottobre, ha divulgato che le autorità siriane sono impegnate in ''un attentissimo rilevamento dei crolli'', e che sono state rinvenute molte pietre che potranno essere riutilizzate. L'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro italiano ha già dato prova di importante collaborazione durante le operazioni iniziali di analisi.
Palmira, chiamata anche la Sposa del Deserto, fu in tempi antichi una delle più importanti città della Siria, ubicata a 240 chilometri a nord-est di Damasco. Il 21 maggio 2015, il sedicente Stato Islamico ha proclamato la conquista della città, compreso il sito archeologico. Nell'agosto 2015 è stata diffusa la notizia che i militanti jihadisti dell'Is avevano distrutto il tempio di Baalshamin, destinato al culto del dio Mercurio. Venne poi diffusa la notizia della demolizione di una seconda struttura: il tempio di Bel, uno dei più importanti edifici del sito dedicato al dio Bel, corrispondente al dio Zeus per i greci. Le Nazioni Unite, utilizzando le immagini dei satelliti confermarono la totale devastazione della zona. Intanto, è stata allestita anche una mostra fotografica, “Sguardi su Palmira”, per mostrare, con alcuni scatti in bianco e nero, la bellezza del sito archeologico.
Immagine da: arabpress.eu
Caterina Apicella