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"Il sesso aggiunto": Quando l'amor proprio diviene volontà
Nelle sale cinematografiche dal 29 Aprile "Il sesso aggiunto". Un film che tende a far emergere il sentimento dell’amore universale; il tema della dipendenza viene affrontato in primo luogo rispetto all’eroina, in seguito accostato all’amor proprio.
Alan, il protagonista, qui interpretato da Giuseppe Zeno, per la prima volta in queste vesti, offre lunghe carrellate di un tossicodipendente caratterizzato da una fragile personalità in balia di perenni contraddizioni. A fare da contorno ci sono le musiche di Nicola Piovani, celebre autore di colonne sonore premiate già in passato, che aiutano lo spettatore a entrare in una dimensione triste, astratta ma altrettanto contemporanea quale la dipendenza dalle droghe.[MORE]
Francesco Antonio Castaldo, sceneggiatore e regista al debutto sul grande schermo, non intende denominare il suo film “un cliché sulla droga”, ma mostrare il desiderio di amare i propri desideri; l’amore per se stessi che porta a intraprendere un percorso di auto-psicoanalisi permettendo di spostare la sua dipendenza a favore della propria persona.
Trasportato dal desiderio di ritrovarsi, Alan, sente riemergere un alter ego rivelando un lato sconosciuto della propria psiche, pienamente estraneo, tanto che non riesce neanche a farlo sentire solo.
Durante la riabilitazione diventa succube dell’amore che in questo caso porta il protagonista fuori dalla dipendenza autodistruttiva; l’amore assume un ruolo divino: sfrutta la coscienza razionale per opporsi alla voluntas che aveva trascinato Alan nel tunnel della tossicodipendenza.
Il film, prodotto dalla Madcast, per la tematica e per il processo di cambiamento, è destinato ad avere una funzione didattica anche se il messaggio inserito dall’autore richiede una conoscenza drammaturgica prima ancora che una coscienza sociale.
Giuseppe Fratta