Politica

Il Senato salva Azzolini. No alla richiesta di arresto

ROMA, 29 LUGLIO 2015 - L'Aula del Senato dice "no" agli arresti domiciliari per il senatore di Ncd Antonio Azzollini. I "no" sono stati 189, i sì 96 astenuti 17. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto. Palazzo Madama si è pronunciato sulla richiesta di arresto della procura di Trani di Azzollini per la vicenda del crac della casa di cura Divina Provvidenza. La decisione dell'Aula ribalta quella della giunta per le Immunità del Senato, che aveva proposto il sì all'arresto e sembra confermare le voci di un passo indietro del Pd alla vigilia del voto, dopo la richiesta ai senatori di votare 'secondo coscienza'. [MORE]

Il senatore di Ncd Antonio Azzollini si difende per quasi mezz'ora nell'Aula del Senato dalle accuse che gli sono state mosse dalla Procura di Trani e afferma che nei suoi confronti c'è solo "fumus persecutionis integrato a sufficienza". Sciorina date e riporta fatti per dimostrare come si tratti di "ricostruzioni difficili da poter ritenere anche solo logiche". E avverte che contro di lui sono state usate testimonianze "contraddittorie" ritenute invece "attendibili", oltre ad un uomo "non autorizzato" che di fatto lo ha "spiato". La Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, avrebbe addirittura  dichiarato l'inutilizzabilità di intercettazioni a favore di Azzolini, accusa il senatore.

"Qui è stato fatto il semplice copia e incolla del gip sui documenti del pm, senza alcuna autovalutazione come si dovrebbe fare in base alla legge. La valutazione può essere da 0,5 a 10, ma non può essere zero", aveva detto il senatore nella sua arringa difensiva in aula prima del voto. Il 7 ottobre del 2014 la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato della Repubblica dichiara la inutilizzabilità di alcune intercettazioni a mio favore.

Argomenti che hanno convinto la maggioranza dei colleghi, ma fanno esplodere la protesta tra i grillini:  "Come è possibile che una maggioranza del genere ha deciso a voto segreto di non aiutare la magistratura? Siete la stessa schifezza che eravate due anni fa...", dice Maria Edera Spadoni di M5S, mentre i suoi colleghi urlano "Ladri!" verso i banchi del Pd, da dove si levano altre urla. A stretto giro del voto dell'Aula, sono fioccati su Twitter commenti al vetriolo di deputati e senatori del M5S.

"Il Pd, quello di Mafia Capitale - attacca Alessandro Di Battista - salva il senatore Azzollini di Ncd dall'arresto. Questo è Renzi, rottamatore di legalità. Vergogna!". "Scandaloso - scrive Danilo Toninelli - Pd e Fi si confermano i peggiori nemici della legalità. Solo M5S può battere la corruzione!". "Pd dice ai suoi di votare 'secondo coscienza' su richiesta arresto per Azzollini. Salvato. Coscienza sporca", twitta Carlo Sibilia. Durissimo Luigi Di Maio: "Mi fanno davvero schifo!", scrive su Facebook il vicepresidente della Camera.

Critiche anche dalla minoranza dem, soprattutto sul voto a scrutinio segreto: "Purtroppo nel Parlamento italiano il voto segreto è diventato un'arma politica, troppo spesso usata strumentalmente. Questo rende molto difficile interpretare correttamente il voto di questa mattina", ha commentato il capogruppo Luigi Zanda.

Azzolini era rimasto coinvolto nello scandalo del crac fraudolento da 500 milioni di euro della casa di cura per malati psichici Divina Provvidenza, risultato di tre anni di indagine della Procura di Trani che aveva portato all'arresto con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. I giudici avevano notificato al Parlamento anche la richiesta di arresto per il senatore di Nc, protetto dall'Immunità parlamentare. Ma oggi i suoi colleghi hanno deciso che si trattava di fumus pesecutionis.

Tiziano Rugi