Politica
Il ritorno del Cavaliere spacca il Popolo. Le reazioni del Pdl alla ricandidatura di Berlusconi
ROMA, 6 DICEMBRE 2012 - La decisione del ritorno in campo di Silvio Berlusconi, addirittura «assediato», come titola Ansa, affinché riprendesse il suo posto come leader incontrastato del centrodestra. I segnali inviati dall’ex premier erano da un po’ di tempo piuttosto contrastanti: aveva dichiarato che per recuperare consensi il Pdl doveva ricorrere a facce nuove, decisamente più nuove di quella di Alfano, anche se l’homo novus pidiellino avrebbe dovuto incarnare una versione del “Berlusconi 1994”, l’epoca del primo trionfo (seppur di breve durata) con Forza Italia; poi, aveva ventilato l’ipotesi di dare vita ad una nuova formazione politica, la quale, secondo i sondaggi Swg di Agorà, avrebbe cannibalizzato il Pdl, lasciato nelle mani del vincitore delle primarie. Anche sul Governo Monti, il Presidente aveva compiuto un’inversione a U: prima sostegno all’esecutivo, poi, dopo essere stato condannato nel processo Mediaset, cambio di rotta e ostruzionismo, atteggiamento confermato con le ultime dichiarazioni e l’astensione del Pdl nel voto al Senato sul dl Sviluppo.
Le dichiarazioni rilasciate da Berlusconi, questa volta, sono dirette e non ammettono interpretazioni: Silvio c’è e ritorna per il bene dell’Italia. «La situazione oggi» riporta Ansa «è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di responsabilità e per amore del mio Paese. Oggi l'Italia è sull'orlo del baratro: l'economia è allo stremo: un milione di disoccupati in più, il debito che aumenta, il potere d'acquisto che crolla, la pressione fiscale a livelli insopportabili, le famiglie non riescono a pagare l’Imu, le imprese chiudono, l'edilizia crolla e il mercato dell'auto è distrutto».
L’annuncio di Berlusconi è stato salutato con gioia dai pidiellini a lui fedeli. Sul Corriere della Sera è possibile leggere le entusiastiche dichiarazioni di Michaela Biancofiore, candidata alle primarie Pdl («Fiat lux, e fu Luce»), di Lucio Malan («con Berlusconi per puntare alla vittoria: possiamo rovesciare i sondaggi e cambiare in meglio l'Italia») e del portavoce Pdl Daniele Capezzone, il quale vede Berlusconi come «l'unica chance contro la sinistra».[MORE]
Tuttavia, nel Popolo della Libertà c’è anche qualche suddito che non ha intenzione di restare tale e vede nella ricandidatura di Berlusconi una mossa sbagliata. Uno di questi è l’ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Un altro esponente pidiellino che non ha preso bene la notizia è stato Guido Crosetto, che questa mattina ha lasciato gli studi di Omnibus su La7 visibilmente indispettito dal ritorno di Berlusconi. Crocetto, benché avesse giustificato l’abbandono della trasmissione con la volontà di non parlare della questione prima di essersi consultato con i propri colleghi, non si è sottratto dal lanciare un avvertimento chiaro per i seguaci di Silvio: «La decisione di Berlusconi non lascia indifferenti, né lascia il Pdl così com’era prima, ma comporta delle decisioni conseguenti. Sicuramente ci saranno berlusconiani contenti e decisi ad andare avanti così, ma anche altri che dopo ieri sera probabilmente prenderanno un’altra strada».
Silvio c’è, ma il Pdl non è tutto con lui.
(Foto: gadlerner.it)
Giovanni Gaeta