Cronaca
Brutta notizia per i parlamentari, il ristorante di Montecitorio chiude
ROMA, 24 NOVEMBRE 2011 - Per tutti coloro che hanno fatto della lotta ai privilegi della casta una filosofia di vita sarà una bella notizia, non altrettanto per tutti quei deputati e senatori che pasteggiavano a prezzi davvero irrisori al ristorante di Montecitorio prima che scoppiasse lo scandalo cui è seguita una rivisitazione dei prezzi: il ristorante di Montecitorio si avvia verso un’imminente chiusura. [MORE]
A darne notizia è l'agenzia Adn Kronos che annuncia la prossima chiusura, non ancora definitiva, dello storico luogo di incontri conviviali tra politici e giornalisti, oltreché palese scenario dei privilegi della casta e protagonista di molteplici aneddoti. Alla base della decisione vi sarebbe la consapevolezza dell’ingente risparmio che si otterrebbe trasformando la tavola calda in self service. La questione è ancora aperta, se ne sarebbe dovuto discutere nella riunione del collegio dei questori della Camera, prevista per ieri, ma l’ardua decisione è stata posticipata alla prossima settimana. Il risparmio, stimato attorno ai 4-5 milioni di euro. che conseguirebbe dal trasformare il ristorante in self service, che se il progetto venisse approvato diverrebbero due, dato che già da tempo un self service destinato ai dipendenti è operativo al piano terra, è legato al fatto che con un'unica cucina, dotata di un capiente montacarichi che porterà il cibo da un piano all’altro, si potranno rinnovare i contratti di appalto delle società di ristorazione unificando i bandi e risparmiando sia sulle spese che sul personale.
Ma facciamo un piccolo salto indietro. Torniamo all’inchiesta di Emiliano Fittipaldi che dalle pagine de "L’Espresso", basandosi sulle confessioni del deputato Idv Carlo Monai, descrisse in modo minuzioso la realtà di Montecitorio. Una realtà fatta tra le altre cose, di mutui superagevolati, di terme e di massaggi shiatsu oltre a tutti gli altri benefit, come occhiali gratis, psicoterapia e balneoterapia, a spese del contribuente, e di pranzi di lusso a sette euro. Una realtà opposta e contrapposta a quella di tutti noi comuni cittadini. Non appena queste scandalose informazioni iniziarono ad essere note in modo sempre più plateale, innescarono un inevitabile e prevedibile scandalo, che indusse chi di dovere ad alzare i prezzi; ed ora questa nuova notizia, poveri parlamentari… ma qualora gli balenasse per la mente di toccare con mano la realtà, quella vera di tante famiglie italiane, c’è sempre la mensa per i poveri!
Sara Marci