Politica
Il "restauro" di piazza Matteotti
CATANZARO, 20 GIUGNO 2012 - Segue il comunicato stampa dell'Ing. Claudio Ruga. Abbiamo appreso in questi giorni che nel mese di luglio partiranno i lavori di “restauro” di Piazza Matteotti. L’incarico dato al progettista prof. arch. Zagari, negli anni '80, era stato finalizzato alla ricucitura della zona del centro storico (lato San Giovanni) con quella di Via Indipendenza rimasta, per molto tempo, isolata e in discontinuità con Corso Mazzini. La piazza fu realizzata, lato Scuola Industriale, con un pavimento in marmo liscio, con una serie di lastroni marmorei forati, con un’illuminazione a raso che emergeva dal piano di calpestio, con una sequenza di muretti a semicerchio che hanno ristretto la passeggiata in alcuni punti a circa 2 metri. Da subito alcuni malcapitati ebbero la possibilità, soprattutto con la pioggia, di provare la pericolosità di tutta la piazza per i marmi lisci, per le luci emergenti e per gli innumerevoli piani sfalsati.[MORE]
Furono realizzati, oltre ai due chioschi posti alle estremità, una scala, quale monumento, secondo il progettista, a Giacomo Matteotti (non furono realizzati i bagni previsti sotto di esso forse per rispetto dello stesso Matteotti) ed un orologio solare, con una struttura metallica alla cui estremità, per renderlo all’altezza del centro storico, fu posto un apparato digitale (!). Tutta la piazza fu “abbellita” da numerose “palle e palline” e da una serie di manufatti di marmo a forma di triangoli. La piazza fu subito denominata da tutti “la piazza con le palle” ma chi l’ha ricondotta nel suo naturale alveo scientifico fu il prof. Sgarbi che nell’occasione di una trasmissione televisiva su Rai Uno definì testualmente la nostra piazza…”Un cesso”. Nella speranza di essere smentiti, abbiamo appreso, anche, che in questa occasione le due opere più significative della piazza, cioè la scala e l’orologio, saranno restaurate e che, lungi dall’essere demolite, resteranno …… così come sono. In passato furono raccolte le firme per l’abbattimento dei due manufatti (i chioschi, per fortuna, si stanno distruggendo da soli!) ma niente è stato ottenuto.
Noi catanzaresi, già umiliati per le continue ruberie di uffici direzionali, scuole ed università, siamo anche capaci di farci male da soli! Sarebbe stato difficile, nei tempi utili, destinare la somma di tale restauro (che certamente risulterà considerevole) ad altre esigenze, questa volta primarie, come quella del miglioramento dei servizi di spazzatura, di traffico (la funicolare si è saputo che riaprirà dopo sei mesi di fermo- se riaprirà-! ), di sport (la famosa palazzina dei distinti del Ceravolo non si può realizzare per soldi!)? Se la destinazione è ormai inamovibile, sarebbe tanto chiedere di fare di tutto per abbellire effettivamente la piazza, evitando i facili sberleffi di mezza Italia?
Ma un altro dubbio ci assale: il monumento ai caduti, in questo contesto, resterà ancora così come è, fatiscente e danneggiato dai soliti vandali in presenza della più completa indolenza di chi avrebbe dovuto sorvegliare un bene pubblico, o c’è speranza che si provveda, nell’occasione, al suo completo recupero? Chi può, deve intervenire per evitare questo spreco di denaro pubblico o quantomeno che i danni (economici, storici, artistici, culturali) siano contenuti il più possibile. Perché spendere soldi per restaurare i due “gioielli” scala e l’orologio costituiscono un oltraggio all’intelligenza dei catanzaresi.