Football Americano
Il racconto di Stefano Antonini: "La mia America grazie a Usa Experience"
21 AGOSTO 2013 - Grazie al grande lavoro svolto quotidianamente da Fabrizio Cupellini (e alla sua amicizia con coach Bobby Bentley), responsabile del progetto della Fidaf “USA Experience”, pensato per dare la possibilità di vivere un'esperienza di football negli Stati Uniti, le porte dell'America si aprono non solo per i giocatori. Ne ha approfittato Stefano Antonini, preparatore atletico dei Rhinos Milano e responsabile del progetto Flag Football per la provincia di Milano.
E' lui stesso a raccontare la sua esperienza presso laJames F. Byrnes High School di Duncan, in South Carolina, con coach Bentley e il suo staff: “Ci si ritrova a scuola alle 8 insieme ai ragazzi, poi subito una riunione con tutta la squadra con il coach che fa il punto della situazione. Ricorda a tutti gli obiettivi e dice se si sta lavorando bene o no. Poi attacco da una parte e difesa dall'altra, per vedere i filmati dell'allenamento o, se c'è stato, dello scrimmage del giorno prima. Dopo i video, i coach spiegano i giochi che verranno provati, le letture e le varianti in base a come si posiziona la squadra avversaria. Alle 9.30 si passa in palestra per una prima prova di ciò che è stato spiegato, affinché venga memorizzato.
Alle 11 si va in sala pesi per un'oretta, puntando su equilibrio ed esplosività e non sull'aumento della massa muscolare. Dopo la pausa pranzo, ci si ritrova alle 17 con un'altra riunione per spiegare cosa si farà in campo. L'allenamento inizia alle 18 e va avanti fino alle 20.30. Al termine, i ragazzi vanno a casa e i coach si fermano per una riunione e la visione dei filmati. Tutto questo per 6 giorni a settimana. Una cosa che coach Bentley ripete spesso è che non si può allenare il football americano senza uno studio maniacale dei video. E' un gioco troppo veloce e complicato e c'è bisogno di rivedere ogni azione. Una volta siamo rimasti fino alle 2 di notte per studiare le azioni dello scrimmage, rivedendole più volte. Il giorno dopo alle 8 del mattino ogni ragazzo (sono 70) ha ricevuto una scheda dove c'era una valutazione per ogni sua azione”.
Ma i commenti non finiscono qui. “L'altra cosa positiva che ho visto – prosegue Stefano – e che mi piacerebbe ritrovare in Italia l'intensità di lavoro. Sul campo nessuno, a cominciare dal coach, cammina per spostarsi. Non ci sono tempi morti. L'allenamento è strutturato dalla sera prima per sfruttare tutto lo spazio a disposizione per allenare più gente possibile in contemporanea. Credo che questo sia fondamentale soprattutto da noi, dove il tempo è poco! In ogni allenamento ci sono almeno 5 minuti per KO e KOR, 5 minuti per Punt e Punt return e 5 di Field Goal”.
Infine, l'accoglienza: “Sono stati tutti gentilissimi e contentissimi del fatto che io sia venuto fino in America per imparare da loro. Mi aiutano per tutto, anche per la lingua, e coach Srock mi ha messo a disposizione tutti i suoi appunti sulla preparazione atletica. Su youtube si possono trovare facilmente esempi del suo modo di lavorare”.
L'esperienza di Stefano Antonini è iniziata il 6 agosto e si concluderà il 10 settembre. Questo il commento del responsabile del progetto “Usa experience” della Fidaf, Fabrizio Cupellini: “Sono davvero contento dell'entusiasmo che traspare dal racconto di Stefano. Sono stato fortunato ad avere la possibilità di vivere in parte il football negli States ed un'esperienza che mi ha dato moltissimo, come sportivo e come individuo. Da anni mi occupo di creare opportunità per far conoscere il football d'oltreoceano agli appassionati qui nel nostro paese, perché credo fermamente che la crescita di questo sport non possa prescindere dalla conoscenza del modello americano.
Grazie alla fiducia che la Federazione mi ha accordato, dal 2012 mi occupo del progetto Usa Experience, un programma volto a trovare e gestire al meglio le occasioni di formazione di nostri atleti, allenatori e dirigenti presso istituzioni oltreoceano e consolidare la consapevolezza che esiste un mondo di football da scoprire ed apprezzare, per coloro che vivono con passione questo sport. E' un lavoro complicato e paziente, sempre alla ricerca del giusto compromesso fra le nostre risorse, le aspettative dei soggetti coinvolti e le differenza fra il mondo del football tricolore e quello a stelle strisce, ma sono convinto che il tempo e la tenacia nel perseguire gli obiettivi ci premieranno.
Nello specifico, sono felice che Stefano Antonini abbia voluto mettersi in gioco e credere nel progetto, con il risultato che ora si trova a Byrnes, in un "paradiso" del football, completamente integrato nella routine quotidiana di uno staff davvero eccellente. Quando tornerà in Italia porterà con sé un pezzetto di America che ci aiuterà a migliorare la qualità di quello che facciamo. Voglio in ultimo sottolineare che la fortuna ha la sua importanza, ancora purtroppo, nel determinare l'accesso ad esperienze oltreoceano, e quest'anno non siamo stati in grado di soddisfare tutte le richieste dei ragazzi che sono pervenute; vi chiedo di perseverare, di migliorarvi, di credere negli obiettivi che vi siete prefissati, perché siamo appena all'inizio e nuove opportunità si apriranno per il 2014”.
Redazione [MORE]