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Il primo re, intervista a Matteo Rovere: "Romolo e Remo in un'atmosfera misteriosa e potente"

Il primo re segna il ritorno sul grande schermo del regista Matteo Rovere, dopo il fulminante Veloce come il vento. Anche in questo caso un prodotto che abbina audacia e qualità: la storia di Romolo (Alessio Lapice) e Remo (Alessandro Borghi), raccontata, meglio, evocata tra atmosfere fosche, ferro e sangue e un'aura sacra che avvolge il racconto tra crudo realismo e fascino del mito. Ne abbiamo parlato con lo stesso Matteo Rovere.


Hai fatto studi di lettere, in particolare sulla fondazione di Roma. Quale elemento delle fonti ti ha ispirato, al punto da concertare con Francesca Manieri e Filippo Gravina: “ecco, dobbiamo portare questo aspetto nel film”?

La leggenda di Romolo e Remo, pur lontanissima nel tempo, ha qualcosa di molto vicino a noi. Sono stati molti gli elementi che mi hanno affascinato: la presenza del mito, il legame tra due gemelli, il cerchio sacro, lo strapotere della natura sulle esistenze umane, l’atto empio di un uomo mite e devoto agli Dèi, la forza dirompente di suo fratello che ha una visione più grande di lui, una città che custodisce il fuoco, e il fuoco che incarna Dio.

In che modo sei riuscito a coniugare realismo e spettacolarità? Il realismo applicato a questo tema è, forse, fisiologicamente spettacolare?

L’idea che avevo era di una regia che seguisse, nell'impostazione, un film realistico, analogico, fatto di sequenze riprese con luce naturale ma anche tecnicamente complesse, con un uso limitato dei VFX. Volevo l’action. In questo sta la virata verso la spettacolarità.

Qualche anno fa, in occasione dell'uscita di Veloce come il vento, mi dicesti in un’intervista: "mi sembrava una grande occasione per poter provare a fare un film che in Italia non si fa mai, ossia un film d’azione girato nei modi che siamo abituati a vedere non tanto nel cinema americano, quanto in quello europeo d’azione”. Italia, Europa, Stati Uniti: quale cinema ti è stato di maggiore ispirazione questa volta?

Valhalla Rising e Apocalypto sono stati i film modello a cui mi sono ispirato. Inoltre volevo fare un film d’intrattenimento, che ci parlasse da vicino, e che portasse al centro del dibattito alcune questioni legate ai grandi temi della religione e del libero arbitrio.

Attualizzando, se non universalizzando, il racconto storico-mitologico, hai posto particolare enfasi sul rapporto tra i due fratelli e sul configgere delle rispettive visioni. Cos’hanno saputo metterci di personale Alessandro Borghi ed Alessio Lapice nell’incarnare il profilo che avevi disegnato per loro?

Entrambi sono stati preziosi per attitudine e disposizione, vista la complessità del film. Alessandro c’ha messo il cuore, la potenza fisica, il carisma. Alessio, la dolcezza, la costanza e la verità.

L’altro aspetto fondante del film è quello del divino. Come hai espresso, anche tecnicamente, questa presenza-assenza?

Il ricorso al realismo, la luce naturale, la presenza del fuoco, le ambientazioni nei boschi e nelle paludi sono stati tutti elementi fondamentali per ricreare un’atmosfera dominata da qualcosa di inafferrabile, misterioso e potente.

La post-produzione de Il primo re è stata di circa due anni, se non erro. Cosa vi ha impegnato di più e cosa ha cambiato pelle in progress?

I VFX sono stati molti e complicati. La scena che apre il film, quella dell’esondazione del Tevere, ha portato via molto tempo, puntualità e precisione.

Il primo re è destinato ad essere un unicum, oppure il primo di una serie, sul grande o sul piccolo schermo?

Ci stiamo lavorando.

Dal barometro di cinefili in sala e utenti del web, mi sono fatto un’idea. In Italia, il letargo di certi generi cinematografici è a volte imputato al poco coraggio delle produzioni; quando invece una produzione si lancia in un’impresa ardita, c’è sempre il gruppetto di scontenti che chiosa: “ma con quel budget si poteva fare di meglio”. È in atto una rivoluzione delle produzioni o del gusto del pubblico?

Stiamo cercando di forzare una naturale propensione del cinema italiano a rinchiudersi in una gabbia, andando oltre i generi e la tradizione. Non so se si tratti di una rivoluzione, certo è una volontà che spero incontri il gusto del pubblico.


SCHEDA FILM

USCITA: 31 gennaio 2019
GENERE: Avventura, Epico, Drammatico
REGIA: Matteo Rovere
CAST: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Michael Schermi, Emilio De Marchi, Massimiliano Rossi, Tania Garribba, Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Max Malatesta, Vincenzo Pirrotta, Lorenzo Gleijeses, Gabriel Montesi, Antonio Orlando, Florenzo Mattu, Martinus Tocchi
PAESE: Italia
DURATA: 127'
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

(In alto e all'interno: fotogrammi dal film Il primo re. Si ringrazia l'Ufficio Stampa The Rumors)


Antonio Maiorino