Salute

Il Presidente di ANDI Pavia: "Siamo operatori sanitari, non commercianti"

PAVIA, 12 GIUGNO 2012- “Abbiamo notato ancora una volta che la politica, le istituzioni e le normative in genere non ci stanno aiutando; ci stanno creando sempre più problemi. Da questi tavoli escono solo complicazioni, mai una soluzione logica e percorribile”. Ha esordito così il Presidente di ANDI Pavia dottor Giuseppe La Torre alla Tavola Rotonda di venerdì 8 giugno a conclusione della prima parte delle celebrazioni per il Centenario della Clinica Odontoiatrica dell’Università di Pavia.

Il tema della Tavola rotonda “Odontoiatria oggi” nell’Aula Magna dell’Università, ha visto la partecipazione della Senatrice dottoressa Rossana Boldi che ha affrontato il tema delle normative per l’accesso alla professione; del Segretario dell’Ordine di Pavia dottor Marco Gioncada che ha evidenziato come la libera professione odontoiatrica non vada identificata come una qualsiasi attività imprenditoriale e che lo Stato commette questo errore penalizzante per i cittadini, rimarcando che il vero problema è la crisi economica e chiudendo con una provocazione verso la politica: defiscalizzare le prestazioni professionali per i meno abbienti. [MORE]

Il Presidente CAO dell’OMCEO di Pavia dottor Domenico Camassa ha ribadito invece come “nonostante le difficoltà, l’Ordine abbia dato spallate importanti e che il volerlo cancellare significa togliere un’arma contro queste forme pubblicitarie che stanno nascendo ovunque”. Il Presidente di ANDI Pavia il dottor Giuseppe La Torre, in un intervento molto apprezzato e applaudito, con cui ha dato voce al più importante e rappresentativo sindacato di odontoiatri liberi professionisti, ha proposto un’analisi lucida e controcorrente.
Secondo il Presidente di ANDI Pavia “la mancata collaborazione, la non sincronia fra normative europee, nazionali e regionali segna pesantemente il quadro della situazione”.

“Il nostro problema non è il turismo odontoiatrico o gli odontoiatri stranieri in Italia e nemmeno l’apertura dei franchising - ha detto il Presidente La Torre -. Il problema è la perdita del rapporto medico-paziente, alla base della nostra professione. Noi siamo operatori sanitari, non vendiamo protesi ed impianti, ma li utilizziamo per riabilitare l’apparato stomatognatico; forniamo prestazioni di altissima qualità in un rapporto di grande affiatamento con i nostri pazienti; è quella che chiamiamo alleanza terapeutica, essenziale per la libera professione. Tutto ciò che prescinde dalla possibilità di fare diagnosi, di operare liberamente e dal rapporto fiduciario con il paziente non é libera professione; è un’altra cosa”.

Attacco deciso poi alle scelte operate da uno Stato che pensa di piegare al proprio volere gli odontoiatri senza avere la forza dei numeri. “Quale è il problema dello Stato? Non può garantire cure odontoiatriche adeguate e sufficienti ai cittadini, così cerca di approfittarsi della libera professione che copre il 98% delle prestazioni erogate – ha affermato il Presidente La Torre -. Si deve allora capire che senza la nostra collaborazione tutti i loro piani finiranno nel nulla. Ci si chiede di operare a fronte di remunerazioni improponibili, indecorose: considerando inoltre una tassazione al 65% che ci colpisce sistematicamente su tutto, più gli oneri aggiuntivi. Mentre per noi è impensabile che si continui a lavorare con tariffari bloccati da 10-12 anni. Tutti i costi crescono, tutte le tasse si moltiplicano in modo esponenziale e noi siamo inchiodati ad un tariffario obsoleto che per giunta cercano di calmierare”.

“E’ una situazione assurda! La nostra arma migliore comunque sarà la qualità, non lo “ sconto”. Ribadisco: siamo sanitari, non commercianti - ha concluso il Presidente La Torre -. Comunque nessuno riuscirà a stroncare la libera professione, e se non ci coinvolgeranno con programmi convincenti noi non collaboreremo. Non potranno imporci scelte non condivise, se sapremo essere interlocutore serio, motivato, propositivo, compatto. Questo è il senso dell’aderire alle nostre associazioni di categoria, perché la forza contrattuale è nei numeri. Noi siamo forti, e saremo vincenti”.

La Redazione