Il PD salva la Brambilla, sull'ex ministro gravava l'accusa di peculato ed abuso d'ufficio
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Il PD salva la Brambilla, sull'ex ministro gravava l'accusa di peculato ed abuso d'ufficio

giovedì 27 marzo, 2014

ROMA, 27 MARZO 2014 - Il caso Brambilla si è chiuso ieri con la negazione dell’autorizzazione a procedere chiesta alla Camera e votata anche dal PD, nei confronti dell’ex Ministra per il Turismo del governo Berlusconi, accusata dal Tribunale dei Ministri di peculato ed abuso d’ufficio.

L’indagine avviata dalla magistratura di Milano che ne aveva poi chiesto l’archiviazione, è stata in seguito riaperta dal tribunale dei Ministri che ha ripreso il caso contestando chiari ed evidenti «fatti tipici del delitto di abuso d’ufficio e di peculato» e chiesto quindi di procedere penalmente nei confronti di Michela Brambilla.

Il fatto contestato risale agli anni in cui la Brambilla svolgeva il ruolo di Ministro, 2009-2010. Nonostante fosse infatti in possesso di un autoblu e di autisti a sua disposizione, la ministra il 9 dicembre 2009 preferì spostarsi con un volo di Stato (un elicottero dei carabinieri) per recarsi dalla sua abitazione di Calolziocorte (Lecco), a Piazzola sul Brenta (Padova) per una conferenza sul turismo.

Con il movente non chiarificato di impegni istituzionali, la Ministra si fece riaccompagnare nuovamente dal velivolo dei Carabinieri. Lo stesso accadde il 13 Marzo 2010, in seguito ad un convegno sul Turismo tenutosi a Rimini, la Brambilla tornò ad utilizzare un volo di Stato perché «falsamente - scrivono i giudici – dichiarò di dover far rientro nella sua abitazione, per il disbrigo di affari attinenti l’ufficio di ministro, in tal modo attraendo in inganno l’Ufficio per i Voli di Stato presso la Presidenza del Consiglio sulla inderogabilità del trasferimento in elicottero».

Durante le indagini preliminari, i PM della Procura di Milano calcolarono un costo di 7 mila euro per tratta. Lo sfizio dell’allora Ministra del Turismo, Brambilla è costato ai cittadini 14mila euro, nonostante, come scritto dai giudici, «avesse la disponibilità di più di un autista nell’arco della giornata». «Il trasporto poteva essere effettuato con altre modalità ugualmente compatibili con lo svolgimento delle funzioni istituzionali».[MORE]

Sergio Sulmicelli

foto da: notizie.yahoo.com
 


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