Estero
Il Partito Comunista cinese celebra i suoi novant'anni. E teme di non arrivare ai cento
È il partito più longevo del pianeta, conta oltre 80 milioni di iscritti, ma è sulla via di un inarrestabile declino: è del Partito Comunista cinese che si parla, che appena due giorni fa ha festeggiato il novantesimo anno di vita. Un anniversario che quest’ anno non è stato reso festivo, segno di quanto i cittadini siano oramai sempre più distaccati e disincantati dal proprio governo. [MORE]
Ed è proprio dal discorso ufficiale pronunciato per l’occasione che arriva la conferma di questo lento processo, con Hu Jintao che per la prima volta dai tempi di Deng Xiaoping ammette la fragilità del partito, puntando il dito sulle difficoltà che oggi si vede costretto ad affrontare, in un contesto simbolico e delicato, che vedrà tra soli dodici mesi un cambio di leadership.
E così, se gli esperti fanno notare come riferimenti a marxismo e comunismo siano stati di fatto dimezzati, lasciando spazio alla "democrazia socialista cinese all'insegna dell'economia e dell'armonia", citata oltre quattordici volte durante le celebrazioni ufficiali, la popolazione partecipa di malavoglia, mostrando come ancora una volta, gli scandali e la corruzione pubblica abbiano fatto perdere al partito il sostegno della gente.
Milioni gli anziani nostalgici, che hanno intonato per tutto il tempo motivi cari a Mao, delusi davanti a quella che è stata definita una presentazione del nuovo capitalismo autoritario cinese, il modello cui il governo si sta attenendo e si atterrà affacciandosi al nuovo millennio.
Un governo che ha paura, che non sa come fronteggiare un’ondata democratica che dopo l’Africa, forse, sta arrivando anche in Asia; la crisi comincia a farsi sentire in Cina, le fabbriche chiudono, l’inflazione è una realtà oramai ben stabile, i salari restano bassissimi, gli scioperi sono sempre più numerosi. Su Internet sale la febbre della rivolta e degli scontri etnici.
E la festa per un secolo di comunismo non è mai apparsa così lontana; anche perché, come ha affermato il dissidente appena scarcerato Hu Jia, ci sono tutti tranne il festeggiato: le celebrazioni del comunismo sono una messinscena del partito, che "finge di esistere ancora".
Simona Peluso