Chiesa e Società
Il Papa interviene; sarà ascoltato?
17 NOVEMBRE 2014 - Questa domenica che è appena passata, con poche parole semplici e dirette Papa Francesco, interviene su uno dei fenomeni più tristi di intolleranza di questi ultimi tempi che lo possiamo tradurre con queste parole: il fratello non sopporta più il fratello o, per dirla con il linguaggio biblico, Caino uccide ancora Abele. Vediamo cosa ha detto il Pontefice: [MORE]
«Cari fratelli e sorelle, in questi giorni a Roma ci sono state tensioni piuttosto forti tra residenti e immigrati. Sono fatti che accadono in diverse città europee, specialmente in quartieri periferici segnati da altri disagi. Invito le Istituzioni, di tutti i livelli, ad assumere come priorità quella che ormai costituisce un’emergenza sociale e che, se non affrontata al più presto e in modo adeguato, rischia di degenerare sempre di più. La comunità cristiana si impegna in modo concreto perché non ci sia scontro, ma incontro. Cittadini e immigrati, con i rappresentanti delle istituzioni, possono incontrarsi, anche in una sala della parrocchia, e parlare insieme della situazione. L’importante è non cedere alla tentazione dello scontro, respingere ogni violenza. E’ possibile dialogare, ascoltarsi, progettare insieme, e in questo modo superare il sospetto e il pregiudizio e costruire una convivenza sempre più sicura, pacifica ed inclusiva». (Papa Francesco, Angelus).
Cosa sta avvenendo? Siamo gli uni contro gli altri. A Roma come in altre parti d'Italia e citta europee, è scoppiata una guerra tra italiani ed extracomunitari o tra abitanti del luogo e immigrati. Oggi si è così esasperati e disperati che non ci si sopporta più. Anche la vista, di colui che è diverso da me o lontano dal mio mondo mi infastidisce. Questo, non è comportamento solo di una categoria verso l’altra, ma sta diventando guerra aperta, guerra dichiarata di uomini contro altri uomini.
Per un cristiano, l’altro è Cristo da servire e amare sempre. Per un non cristiano se l’altro non è Cristo, rimane sempre un uomo, con una dignità da rispettare. Qui ci sono due strade che si possono percorrere: o si continua così ed è la fine del mondo, o si trova una soluzione. La soluzione non è nelle promesse vere o false che siano o nelle parole incantatorie dei cantastorie di turno. La soluzione è nella consapevolezza di chi siede una poltrona ad ogni livello, deve pensare al bene comune. Lo deve fare la Chiesa, lo deve fare lo Stato, lo deve fare la politica, lo deve fare ogni singolo cittadino. E se mi posso permettere a dare un piccolo consiglio: forse non sarà poi così male rimettere Dio al suo posto, "riassumere" Dio nella storia e lasciare a lui il compito di guidare le sorti della storia. Quando era lui a fare le cose c’era un po’ più di ordine. Da quando altri dei hanno preso il suo posto, il caos ha preso il sopravvento. Parlo da prete, ma la penserei così anche se non lo fossi.
Don Francesco Cristofaro