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Il Papa ai giovani: siate maestri di speranza
Si sta per concludere la 38* Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona.
Un ricco programma di incontri e di celebrazioni caratterizzati dalla gioia, dalla preghiera e dal “chiasso” dei giovani provenienti da tutto il mondo.
In uno degli incontri, ai giovani universitari portoghesi, presso la sede dell'Università Cattolica di Lisbona, fondata dai Gesuiti e giunta al suo 56mo anno di attività, Papa Francesco ha chiesto ai giovani: “siate maestri di speranza “.
La parola “maestro” ci riporta all’arte del saper insegnare. “Cosa posso insegnare io ai miei fratelli?”.
Una grande sfida, allora quella del Pontefice che ci invita a guardare a Gesù, il vero maestro. Lui ha insegnato servendo e ha servito con la testimonianza della vita. Risuonano ancora forti e chiare la parole di Papa Paolo VI: «L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri e se ascolta i maestri, è perché sono dei testimoni.». (Udienza al Pontificio Consiglio per i laici del 2 ottobre 1974).
Ecco, sulla stessa scia, Francesco invita i giovani ad essere “maestri di speranza” con la testimonianza della vita.
Ci spaventano e ci rattristano tante immagini e notizie negative e di dolore: giovani che scelgono vie di morte come la droga; le guerre che distruggono interi popoli; “una terza guerra mondiale a pezzi” come l’ha definita il Papa; donne maltrattate e uccise ogni giorno; disordini di ogni tipo, vite spezzate in mare e sulle strade; povertà, crisi e chi sa quanto si allungherebbe questo elenco.
Ma dobbiamo essere “Maestri di speranza”. Dobbiamo mantenere accesa la luce della bellezza, della fratellanza universale, il rispetto tra gli uomini e i popoli.
Anche San Paolo ci esorta ad essere “Pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,14-17).
Allora essere “maestro di speranza“ significa mostrare all’altro che io ho fatto una scelta: ho scelto la luce di Dio rigettando le tante tenebre di morte. La mia vita non è esente da problemi e difficoltà, da affanni quotidiani, da lotte e anche fallimenti. In tutto questo però, il Messia di Nazareth mi ha indicato la via: andare a Lui, restare con Lui, imparare da Lui.
È bello poter essere così “maestri di speranza” senza la pretesa di insegnare ma con la gioia di mostrare e come ha ricordato Francesco bisogna rendere “la fede credibile attraverso le scelte. Perché se la fede non genera stili di vita convincenti, non fa lievitare la pasta del mondo. Non basta che un cristiano sia convinto, deve essere convincente".
Porto nel cuore la testimonianza di una ragazza disabile. Tutti le ripetevano in continuazione: “non riuscirai mai!”. Ma lei non ha mai mollato e « con l’aiuto del Signore ci sono sempre riuscita ».
Non tutti gli uomini hanno il dono della fede, me ne rendo conto ma ognuno può scegliere di restare umano, abitando sotto lo stesso cielo e nella stessa casa comune, proteggendola e prendendosene cura, come ci ha ricordato il Papa “Non dimenticate che abbiamo bisogno di un’ecologia integrale, di ascoltare la sofferenza del pianeta”.
Ogni uomo, ogni giovane può essere “maestro di speranza “ per gli altri.