Cultura e Spettacolo
Il paese senza adulti di Ondine Khayat
Oggi vi parlerò di un romanzo che mi ha stravolto il cuore. Di una storia drammatica, “inventata”, ma reale. Perché, purtroppo, di molti bambini potrebbe essere la realtà.
Slimane e Maxence sono due bambini. Il primo è il narratore della storia. Il secondo il suo fratello maggiore. La loro quotidianità è una lotta continua: il padre – dai figli chiamato il “Demone” – è sempre ubriaco e violento. La madre non ha mai la forza di reagire e lavora tutto il giorno per garantire un pasto alla famiglia e, soprattutto, da bere al marito. Il piccolo Slimane si affida totalmente alla cura del fratello che, con i suoi giochi, le sue parole, gli permette di evadere in un mondo tutto loro, senza oppressione e pianti, un mondo dove, con le loro ali di cartone, possono volare liberi fra le nuvole e dove dalle lacrime ci si protegge, come dalla pioggia, con un ombrello. [MORE]
Un giorno il Demone trova lavoro, tutto cambia. E’ più pulito, più gentile. Non beve come prima. Ma quando riperde il lavoro, l’incubo ritorna e con esso la brutalità. Il padre sprofonda in un abisso ancora più buio e Maxence non ce la fa più ad essere lo scudo e la colonna di casa, a soli tredici anni. Per questo decide di abbandonare tutti ed andare nel Paese senza adulti. Paese dove tutto è in mano ai bambini e dove la violenza non esiste.
Ma come farà Slimane a sopravvivere all’assenza del suo eroe? Sfido chiunque a non rimanere sconvolti dal gesto estremo di questo bambino di soli undici anni. Un gesto che gli permetterà di conoscere la speranza e scoprire la forza che ha dentro di sé.
Un libro coinvolgente, ingenuo e coraggioso…come i bambini.
«La luna è nascosta dietro a una nuvola. Forse la nuvola la sta picchiando e lei fa come mamma nelle sere di tempesta: aspetta che l’uragano passi. Forse c’è tutto un mondo, altrove, che noi non conosciamo».