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ANKARA, 9 AGOSTO - L’Occidente è messo in guardia dal riavvicinamento tra Russia e Turchia.[MORE]
L’agenda di Putin prevede un incontro a San Pietroburgo con Erdogan, nella giornata del 9 agosto. Incontro che non solo servirà a ristabilire i rapporti diplomatici ed economici tra Russia e Turchia, ma assurgerà da segnale d’allarme per l’Occidente tutto.
La politica isolazionista che grava sulla Russia e le difficoltà economiche di Ankara acuite in seguito all’allontanamento dagli Usa e dall’Unione europea, hanno posto i due Paesi davanti all’esigenza di dare una risposta univoca all’Europa. Ieri il capo del Cremlino è giunto a Baku in occasione del primo vertice trilaterale col presidente dell’Azerbaijan Aliyev e Hassan Rouhani dall’Iran.
L'atteggiamento della Turchia sunnita nei confronti dello storico rivale sciita, l'Iran, è infatti il più grande problema da affrontare. Ma l’obiettivo primario del vertice è quello di dare vita ad un nuovo ‘triangolo del Caspio’, che abbraccerà inevitabilmente anche la Turchia. Siria, accordi economici e gasdotti sono solo alcuni dei temi che Mosca ed Ankara intendono affrontare.
L’auspicio sarebbe la creazione di uno spazio regionale integrato dall’Iran alla Turchia che tagli corto con Nato e Ue. Molti interessi dunque accomunano i due Paesi nell'attuale situazione internazionale, e ciò potrebbe risultare in un’alleanza anomala, che farebbe seguito all'abbattimento da parte turca di un cacciabombardiere russo nel novembre scorso e alle sanzioni poi imposte da Mosca. Ma pare sia stato proprio Erdogan a chiedere scusa ad un Putin ancora risentito per il caccia abbattuto.
"L'incontro col mio amico Vladimir rappresenta un nuovo inizio, i nostri paesi faranno molta strada insieme", afferma Erdogan, e continua: "senza la Russia non sarà mai possibile trovare una soluzione alla crisi siriana". Il collante tra Russia e Turchia si sostanzierebbe nella “frustrazione per il fallimento di ogni tentativo di avvicinarsi all'Unione Europea”.
Luna Isabella
(foto da statopotenza.eu)
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