Cronaca

Il mondo del vino e quello dell’enoturismo disapprovano la gestione dei rifiuti a Lamezia

LAMEZIA TERME 18 GIU - «Lamezia  deve essere identificata come Città del vino, dell’olio, della cipolla  e di tutti i suoi sapori e saperi  e non come  la Citta delle tre discariche».  Ad affermarlo è il mondo del vino e quello dell’enoturismo che esprimono  il forte dissenso verso la costruzione della terza discarica a Lamezia e l’ampliamento della prima e seconda vasca previste dall’ordinanza regionale del 20 maggio 2020. In particolare il dissenso è manifestato dall’associazione nazionale Città del vino - Calabria, Movimento Turismo del vino, Slow Food condotte di Catanzaro e Soverato, Fondazione Italiana Sommelier, Associazione Italiana Sommelier Calabria e  L’Albero della Vite mossi non da un  mero pregiudizio e  da un mancato riconoscimento della fase emergenziale dei  rifiuti in Calabria, ma dal protrarsi di metodi vecchi ed obsoleti, dalla sfiducia verso l’inerzia  della politica  regionale e dallo sdegno suscitato dal comportamento inadeguato verso il mondo agricolo e delle eccellenze della Piana di Lamezia .

«Il nostro vocabolario quotidiano - affermano le associazioni del mondo del vino -  è  costituito non da parole ma da azioni e strumenti:   Enoturismo, agricoltura di qualità e Piano regolatore delle Città del vino. Quest’ultimo inteso come  strumento comunale di governo del territorio,  con la sfida di gestirlo in modo sostenibile, a partire dal riconoscimento del valore del "sistema vigneto" e  non per  trovare un posto a tutte le esigenze urbane, ma per capire quali di queste  possano essere soddisfatte dal territorio e a quali condizioni». Pertanto è necessario identificare la capacità di carico del territorio e a questa commisurare i progetti di sviluppo  in quanto è   il territorio che detta le regole e non più il contrario. Si tratta di uno strumento che riconosce alla campagna pari dignità, diritti  e valori rispetto alla  città e non relega il compito della campagna a categoria residuale e subalterna alle esigenze urbane.

Da qui la necessità di  tutelare  i territori più adatti alla viticoltura e proteggerli da discariche, aree industriali e opere a forte impatto ambientale promuovendo interventi idonei a localizzazioni compatibili. È altrettanto importante nel Piano regolatore delle Città del vino la giusta considerazione del rapporto tra popolazione e produttori. « Nulla di serio si può fare – sostengono le associazioni del mondo del vino - se non si ascoltano e coinvolgono attivamente gli abitanti e gli agricoltori, primi depositari di saperi e autori/attori del territorio e del paesaggio, tanto più alla luce della Convenzione Europea del Paesaggio, che riconosce il ruolo strategico della "percezione” del paesaggio».

Alla luce di tale premessa, le associazioni sostengono infine   che   la Regione Calabria non può  gestire in continuo stato di emergenza la questione rifiuti con metodi vecchi, triti e ritriti da 20 anni,  scegliendo la via più sbrigativa  in vista dell’imminente estate, riabilitando la seconda vasca, peraltro sequestrata, e programmando la costruzione di una nuova  terza discarica. Il Comune di Lamezia Terme non può promuovere  il Distretto del Cibo, patto siglato in questi giorni,  quale strumento per valorizzare le eccellenze agricole, senza  salvaguardare le aree vocate per il  vino Doc Lamezia, e né screditare il suo brand identitario, addirittura disattendendo regolamenti n.2081/92/CEE e  n. 2092/91/CEE in  difesa dei marchi IGP e Doc.

Lina Latelli Nucifero

Foto: Discariche a Lamezia