Politica
Il ministro Padoan presenta il piano per taglio cuneo fiscale e spending review
ROMA, 6 MARZO 2014 - È prioritario "aggredire le cause di fondo della debole competitività delle imprese": per questo al primo posto tra gli obbiettivi del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, "c'è la questione dell'eccessivo cuneo fiscale". In un'intervista al Sole 24 Ore l’inquilino di via 20 settembre spiega che si tratta di "concentrare tutto l'intervento in una direzione: tutto sulle imprese, e quindi Irap e oneri sociali, oppure tutto sui lavoratori, attraverso l'Irpef".
Le coperture della misura - del costo di 10 miliardi - deriverebbero da tagli alla spesa che non è "irragionevole" stimare a 5 miliardi su base annua nel 2014 (contro i 3 miliardi previsti dal precedente governo Letta) e per la parte mancante, in attesa che il resto del piano triennale di spending review vada a regime, dall'utilizzo provvisorio di risorse una tantum. Tra queste, oltre agli introiti derivanti dal provvedimento sul rientro dei capitali, si potrebbe anche ragionare con l'Ue della possibilità di utilizzare i fondi europei non spesi.
Alla domanda sulla copertura del Jobs Act, che il premier Matteo Renzi si prepara a presentare tra non molto, Padoan ha risposto che vanno "riconsiderati gli strumenti esistenti, utilizzando anche risorse che già vengono impiegate all'interno del sistema del welfare".[MORE]
Il ministro ha anche affermato che il provvedimento per la liquidazione dell'intero stock del debito alle imprese è pronto e verrà presentato a uno dei prossimi consigli dei ministri.
"Sbloccheremo i pagamenti anche sul 2013 e per il futuro attueremo un sistema basato sulle certificazioni e sulla trasparenza" anche con il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti a dispetto delle preoccupazioni espresse da Fitch e definite dal ministro "fuori luogo".
Padoan risponde infine alle obiezioni della Ue rilanciando riforme per la competitività e riduzione del debito. "Sul deficit - sottolinea - non dobbiamo tornare oltre il 3%". Il debito, aggiunge, va abbattuto e "non perché ce lo chiede l'Europa ma per noi" e "per i nostri figli". Urge quindi "rafforzare il programma di privatizzazioni".
Della possibilità di creare una o più "bad bank" Padoan si è limitato a dire che "potrebbe essere uno strumento utile".
Michela Franzone