Il ministro Orlando: "nessun testo definitivo sulla riforma delle intercettazioni"
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ROMA, 9 SETTEMBRE – Fa marcia indietro il ministro Orlando dopo l'intervizta rilasciata al quotidiano la Repubblica sulla riforma delle intercettazioni. La rivista aveva anticipato che il ministro della Giustizia è in procinto di presentare un decreto legislativo sulle intercettazioni in cui si prevedeva che nei provvedimenti dei magistrati non ci fossero più citazioni integrali, cioè tra virgolette, delle conversazioni intercettate o di parti di esse, ma solo dei riassunti del contenuto. Si diceva, poi, che sarebbe stata vietata anche la sola trascrizione di ascolti che riguardano persone casualmente coinvolte nelle indagini e che i colloqui tra un avvocato e il suo assistito non dovranno essere riportati nemmeno nei verbali della polizia.[MORE]
Sulle intercettazioni "allo stato non esiste alcun testo né definitivo né ufficiale. Non sarà questo il testo finale delle intercettazioni", parole del Ministro della Giustizia Andrea Orlando.Prende anche le distanze dal decreto che pure, tra lunedì e martedì, resterà la base di discussione tra egli stesso, magistrati, avvocati, noti giuristi, giornalisti, accademici. Un testo sottoscritto dall'ufficio legislativo di via Arenula, inviato ufficialmente ai protagonisti dei prossimi incontri, ma di cui il ministro della Giustizia dice: "Voglio essere chiaro su questo punto, questo è un testo di cui non riconosco la paternità". Anche se la lettera di accompagnamento portava in calce proprio la sua firma, Orlando - raggiunto per tutta la giornata dagli echi delle polemiche - la spiega così: "Da un punto di partenza dovevo pur cominciare, ma alla fine la riforma delle intercettazioni non sarà quella contenuta in quelle pagine". Neppure la disposizione più contestata e allarmante sia per il diritto di cronaca che per il lavoro stesso delle toghe, l'obbligo di non citare letteralmente e tra virgolette le intercettazioni, ma riportandone solo "il contenuto "? Anche su questo Orlando fa retromarcia rispetto alla bozza: "È un punto che sicuramente potrà cambiare".
"Con riferimento a quanto riportato oggi a mezzo stampa relativamente al decreto legislativo in materia di intercettazioni - si sottolinea nella nota integrale del ministero della Giustizia - si precisa che, allo stato attuale, il ministero sta lavorando alla stesura del testo per dare doverosamente seguito nei termini e nei tempi prescritti alla legge delega 23 giugno 2017, n. 103 'Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario' il cui contenuto terrà conto anche del confronto prezioso e del contributo significativo di esponenti della giurisdizione, dell'avvocatura, della stampa e del mondo accademico che il ministro incontrerà, come già previsto, nei prossimi giorni. Allo stato non esiste alcun testo né definitivo né ufficiale", questa è la dichiarazione rilasciata in data odierna dal Ministero della Giustizia.
Fonte immagine: art-news.it
Alessia Panariello