Fantasticherie del cuore

Il miele, il potere e i nuovi clienti!

In questi giorni il tema ricorrente è quello di formare al più presto un governo perché l’Italia, a differenza della Germania e di altre Nazioni Europee, ha bisogno di intervenire nell’immediato in alcune delicate questioni sociali per equilibrare le disuguaglianze che attraversano il nostro Paese. Mancano spesso in alcuni soggetti interessati alle trattative in corso le regole di base che stanno al centro dei processi che sostengono l’arte del governare. Si parte in molti casi, come in passato, da sé stessi; dalle proprie convenienze; dai propri calcoli; dalle proprie strategie. L’errore sta nel tentativo di far collimare questi aspetti con le esigenze del popolo. Una operazione del genere in politica può benissimo riuscire, servendosi dagli artifizi del politichese, ma non sarà mai la ricetta giusta per cambiare un sistema ormai all’ultimo tagliando, prima della sua definitiva demolizione.  [MORE]

I campi in cui si possa muovere un nuovo governo, al di là delle prediche e pratiche di circostanza, sono solo due. Altre forme non sarebbero che dei surrogati nell’apparenza forse anche appetitosi, ma candidati nel tempo a lesionare il cuore della sovranità popolare. Bisogna infatti scegliere di muoversi verso il bene comune, oppure cavalcare gli egoismi che aprano la porta ad ogni forma del male, ponendo in essere infiniti esempi di ingiustizia sociale. Da credente mi sento di affermare che chiunque abbia responsabilità di governo, qualsiasi sia la natura e la composizione dello stesso, faccia un grave sbaglio ad omettere di “rifornire” il suo cuore e la sua mente della sapienza, quale lievito onnisciente della Parola. Questi non potrà mai realizzare quei progetti e quelle riforme in grado di riattivare le fonti vitali della tanto acclamata equità sociale.

Chi invece è pronto a riversare tale saggezza in tutte quelle azioni mirate al governo della gente rappresentata non avrà bisogno in futuro neanche delle tante “odiate e amate” clientele, sino ad oggi inseguite e corteggiate come nei secoli lontani. Capisco lo stupore di molti lettori, ma la vera strada è questa se si vuole immaginare una equilibrata visione della storia cristiana, capace di rallentare il disastro sociale visibile e invisibile che accompagna il cammino delle nostre comunità. Più si opterà per la strada degli egoismi e delle menzogne corredate da sorprendenti effetti speciali, ignorando il “valore sociale e politico della Parola”, maggiormente si avrà “bisogno dei propri pretoriani, delle proprie legioni, dei propri soldati di ventura. Strutture umane da sempre indispensabili che in passato, come di recente, si reclutavano con forme speculari al potere socio-politico di turno.

Sia con in mano una spada o un tablet, “sempre di pretoriani e di legioni si tratta”. Non si può di certo essere così ingenui da pensare che le clientele siano eliminate all’improvviso, ma la strada per avviare una “pulizia” invocata ad alta voce da ogni entità politica, passa da questa rivoluzione senza precedenti. Difficile, lunga, ma non impossibile. Forte e chiaro il pensiero teologico che sta alla base di questa reale esigenza: “Nessuno che è senza Dio può ottenere il potere senza la sua clientela”. Non si vuole spaziare per gli spazi metafisici, si cerca soltanto di evidenziare una verità tuttora inconfessabile. C’è infine da sottolineare che la clientela non la coltiva solo chi garantisce la soluzione di favori personali, ma anche chi attira il consenso con false promesse o programmi illusori. Qui si agisce sulla massa, non sul singolo o su gruppi specifici. “È sempre miele per attrarre nuovi clienti”; leziosità che inganna tuttavia la democrazia e il sogno di un futuro diverso e giusto.

Egidio Chiarella

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